Agrigento

Agrigento, riscoprire la bellezza dei paesaggi della Sicilia

AGRIGENTO – Declinare il paesaggio attraverso le varie forme raccolte dallo sguardo degli autori, laddove esso è ancora integro o per il tempo che lo ha modificato, anche in rapporto al modo in cui la natura condiziona il carattere di chi la attraversa. Questo l’obiettivo della rassegna cinematografica “L’Isola a tre punte. Cinema e paesaggio”, a cura dello scrittore e critico cinematografico Beniamino Biondi che prenderà il via nel pomeriggio di oggi nella Sala Zeus del Palacongressi all’interno del più ampio cartellone del “Palacongressi Festival”.

“Il cinema d’autore – ha spiegato il presidente del Parco archeologico Valle dei Templi, Roberto Sciarratta – ha da tempo un pubblico affezionato e attento e nella prima stagione del ‘Palacongressi Festival’ non sarebbe potuto mancare a un appuntamento culturale che intrattiene in modo colto, favorendo un’educazione dello sguardo attraverso le immagini”.

“Il tema della rassegna – ha aggiunto – è congeniale alla direzione intrapresa, che favorisce il tema delle connessioni fra i luoghi e i saperi, a tutela di quel bene straordinario che è il paesaggio, così come il cinema lo ha rappresentato, cogliendo in esso le strutture profonde della stessa identità dei siciliani nel rapporto strettissimo che essi intrattengono proprio con il paesaggio fortemente differenziato dell’Isola”.

“Dai grandi classici siciliani a opere più contemporanee – ha detto Beniamino Biondi, curatore della rassegna – passando per le trascrizioni di opere letterarie e i riferimenti iconici sull’isola, questo ciclo di film prova a dare una retrospettiva ragionata sul modo in cui le diversità paesaggistiche della Sicilia, fra entroterra e mare, abbiano rappresentato non soltanto il costume sociale ma le stesse modalità di espressione artistica, provando a indagare un approccio fatto soprattutto attraverso i suoi elementi figurativi e lirici”.

Primo titolo in programma il film “Sud” di Gabriele Salvatores, che racconta non un luogo specifico ma un confine ideale, con il regista che alza il tiro con la questione meridionale tornando in patria dopo avere raccontato il Marocco e la Grecia. Il racconto sa essere teso, emozionante, divertente e impegnato allo stesso tempo; gli interpreti danno il meglio con convincenti caratterizzazioni, forti nella cornice di una trama semplice – in un piccolo paese quattro disoccupati occupano un seggio elettorale e pretendono casa e lavoro – che racchiude nel caldo torrido di alcune stanze un mondo che fuori ha le meraviglie dell’orizzonte: Marzamemi, frazione di Pachino in Sicilia, in cui il film è stato interamente girato.