PALERMO – Il comparto dell’agriturismo continua a crescere in Sicilia. Dal 2021 al 2022, secondo i dati resi noti dall’Istat nel report sulle aziende agrituristiche in Italia, la crescita è stata dell’1,7%, in linea con la media nazionale. Si è passati, infatti, da un totale di 959 a 975. Di questi, 597 sono a conduzione maschile, mentre 378 sono a conduzione femminile. Un dato sicuramente positivo, che dimostra la vitalità del settore, e che dimostra come il campo dell’agricoltura, quando si unisce alla tradizione e alla storia di un territorio, trova nelle donne spazio e modo di esprimersi, costruendo realtà che sono di arricchimento, sociale ed economico, per l’intero territorio.
Tale risultato nasce da un trend positivo che prosegue da oltre un decennio. Se nel 2012 gli agriturismi autorizzati erano 602, nel 2022 secondo i dati Istat sono diventati 975, con un aumento che supera il 60%. Un risultato che, purtroppo, perde di forza nel momento in cui si va a confrontare con quanto avviene nelle altre regioni italiane.
Sul totale nazionale, di quasi 26 mila agriturismi, la Sicilia rappresenta una percentuale irrisoria, e nella classifica nazionale si ferma appena al decimo posto. Nelle prime posizioni, la Toscana, a 5.634 aziende, seguita dal Trentino Alto Adige a 3.907. Numeri molto alti anche nel territorio di Bolzano, a 3.409 imprese. In generale, è il Mezzogiorno che perde slancio, sia in termini assoluti che in percentuale. Se la media nazionale di crescita tra il 2021 e il 2022, arriva all’1,8%, è il Nord a trainare l’intero carro, con il 2,5% di aumento degli agriturismi, mentre il Centro si ferma all’1,7%, e il Mezzogiorno ad appena lo 0,8%.
Un netto rallentamento, rispetto allo scorso anno, che aveva registrato numeri molto alti sia in termini assoluti che percentuali. Nulla che stupisca, comunque, ma piuttosto un evento fisiologico. Il 2021, infatti, è stato l’anno di ripresa dopo il Covid, in cui l’onda dell’entusiasmo per l’uscita dalla pandemia ha fatto da volano in molti settori economici. Per tipologia, gli agriturismi siciliani si distinguono per prevedere, nella stragrande maggioranza dei casi la possibilità di alloggiare al proprio interno. Oltre la metà, poi, offrono anche il servizio di ristorazione. In quasi tutti, inoltre, è possibile svolgere altre attività, che sia la degustazione di prodotti tipici, l’escursionismo, attività sportive, o la possibilità di vivere, con i propri bambini, un momento didattico in contatto con la natura.
La prosperità del settore nasce, infatti, dalla possibilità di vivere il rapporto con l’ambiente siciliano, variegato e allo stesso tempo “antico”, in tanti modi diversi, che vanno dal relax e il silenzio ai laboratori in fattoria, in modo tale che ognuno possa trovare la propria “vacanza perfetta”. Una scelta fatta da molti soprattutto dopo la pandemia: l’isolamento obbligatorio e il disagio provato da molti a vivere luoghi particolarmente affollati hanno spinto a cercare una vacanza all’aria aperta, che permetta di sfuggire dagli spazi chiusi, a favore di un panorama aperto e affascinante. Sono stati soprattutto gli stranieri a volere una vacanza in agriturismo, scelta di chi vive l’ambiente mediterraneo, fatto di calore e di tramonti dalle mille sfumature, come un luogo del cuore.
Dal confronto con lo scorso anno, gli agrituristi italiani aumentano dell’11,5%, mentre quelli stranieri oltre il 73%. Un aumento che ha portato il rapporto tra agrituristi italiani e stranieri a 11 a 10, mentre era di 17 a 10 lo scorso anno.