Sanità

Alcol e covid, le parole di Guido Faillace, presidente Federserd

“Evita del tutto l’alcool in modo da non compromettere il tuo sistema immunitario e la salute e non rischiare la salute degli altri”: così riporta l’illustre Epicentro, Portale di epidemiologia dell’Istituto Superiore di Sanità per gli operatori sanitari finalizzato alla promozione della salute.

Un accorato monito a un utilizzo ponderato delle sostanze alcoliche in tempo di Covid 19, per il benessere proprio e della collettività tutta. Quali sono i rapporti diretti dell’alcool con l’infezione da Covid 19? Quale atteggiamento corretto suggerire ai potenziali assuntori di sostanze alcoliche o ai già assuntori problematici?

Ne abbiamo parlato con un esperto in materia, Guido Faillace, medico psichiatra e Presidente Nazionale Federserd, Federazione Italiana degli Operatori dei Dipartimenti e dei Servizi delle Dipendenze, in prima linea nel contrasto all’utilizzo dell’alcool, in particolare tra le fasce giovanili.

Dottor Faillace, cosa può dirci sul rapporto tra assunzione di alcool e infezione da Coronavirus?

“Un luogo comune dice che una boccata di alcool pulisce la bocca, ma ciò è falso e pericoloso – apre Faillace, perentorio – Voglio dirlo a gran voce, l’alcool non protegge affatto dal Covid 19 e aumenta il rischio di infezione. Un consumo eccessivo, infatti, indebolisce il sistema immunitario, a parte organi chiave come il fegato, riducendo la capacità di far fronte alle malattie infettive come il COVID-19.

L’alcool ha un potente effetto aggregante, specialmente tra le fasce giovanili, insomma un buon bicchiere di vino o di superalcolico si gusta in gruppo, fino a perdere il controllo assoluto sulla quantità ingerita. Una preoccupante disinibizione del comportamento, con scarsa funzionalità dei sistemi prefrontali che aiutano a controllare il comportamento impulsivo e irrazionale, irresponsabile, che si traduce in tempi odierni nel non utilizzo di dispositivi assolutamente fondamentali per proteggerci, come il distanziamento sociale e la mascherina”. 

In questo periodo di pandemia riscontra particolari problemi legati alla gestione dei soggetti con uso problematico di alcool e in che termini?

“Devo dire che mi preoccupa molto l’utilizzo smodato di alcool riportato da una ricerca ancora in corso coordinata dal Professore Fabio Venturella, Docente di Farmacia, Tossicologia e Farmacognosia presso l’Università degli studi di Palermo Venturella. La stessa evidenzia, riguardo gli accessi in ospedale da bing drinking, un’aumentata presenza di giovani assuntori di alcool, con difficoltà di una loro ottimale gestione a causa dell’emergenza Covid 19 e dei pazienti in emergenza, vista la già complessa gestione degli accessi ospedalieri per tale malattia”.

Cosa suggerisce ai giovani, in particolare, in questo periodo di pandemia, e nella prospettiva di una zona gialla per la Sicilia, che si tradurrebbe in maggiori occasioni di incontro sociale?

“A mio avviso l’alcool deve essere assolutamente vietato sotto i diciotto anni – conclude Faillace – Va benissimo permetterne la vendita non oltre le diciotto di sera, d’altronde mi pare che la legge abbia prodotto ottimi risultati a oggi nel vietare la vendita degli alcolici nelle fasce serali. Inoltre devono essere vietate al momento le apericene, che si tradurrebbero in seri rischi di assembramento e contagio. Insomma, una modalità poco accorta in questo momento storico, che potrebbe vanificare gi sforzi compiuti finora da tutti noi con le restrizioni locali e la campagna vaccinale in fieri”.

Angela Ganci