MESSINA – I condoni sono diseducativi, i tributi si devono pagare ma il Comune non si opporrà alle indicazioni del Governo nella Legge di stabilità sullo stralcio di sanzioni e interessi sui ruoli emessi dal 2000 al 2015 per cartelle esattoriali al di sotto di mille euro. È chiaro il messaggio che il sindaco Federico Basile, che ha anche la delega alle Politiche finanziarie, ha voluto lanciare nel corso della conferenza stampa di ieri, cui hanno preso parte anche l’assessore ai Tributi Roberto Cicala e il direttore generale Salvo Puccio.
La lotta all’evasione per l’Amministrazione è una priorità e lo è ancora di più in questa fase delicata di Riequilibrio, con un Piano che si regge soprattutto sul recupero dei tributi non riscossi negli anni e su cui la Corte dei Conti tra una ventina di giorni dovrebbe finalmente pronunciarsi.
Ci sono, dal 2000, cartelle esattoriali per quasi 79 milioni di euro, quelle al di sotto dei mille euro ammontano a 45 milioni di euro di cui 5 milioni sono di sanzioni e interessi che saranno oggetto di stralcio automatico per il cittadino. “Se il Comune si fosse opposto con una delibera, come hanno fatto altri – ha detto il sindaco – avrebbe creato un muro con i cittadini che comunque potevano chiedere di non pagare interessi e sanzioni. Vogliamo venire incontro ai messinesi e facilitare anche il percorso di regolarizzazione della loro posizione. È stato così evitato che i cittadini fossero di fatto costretti, per ottenere il medesimo sgravio, a passare dalla rottamazione con l’Agenzia delle Entrate attraverso la quale avrebbero dovuto rateizzare immediatamente tutto il proprio carico di arretrati. Da domani però dobbiamo recuperare le somme non pagate”.
Un alleggerimento debitorio nello spirito della norma nazionale che non significa condono, ha sottolineato il primo cittadino, il quale auspica che si prenda consapevolezza di come sia indispensabile il regolare pagamento delle imposte. Dall’esame fatto in questi mesi si è cercato di ricostruire l’ammontare degli evasori e l’efficienza della riscossione negli ultimi decenni. “Abbiamo valutato – ha spiegato Cicale – che non sussistono impatti rispetto all’applicazione della misura malgrado la complessità che abbiamo davanti. Nonostante la situazione e valutata l’assenza di impatti sia sul Bilancio che sul Piano di Riequilibrio, questa Amministrazione considerato l’attuale contesto socio-economico ha ritenuto di venire incontro alle difficoltà dei contribuenti, applicando lo stralcio parziale delle cartelle esattoriali con l’obiettivo di raggiungere indicatori di normalità nel pagamento dei tributi”.
“Abbiamo analizzato la situazione dal 2000 al 2015 – ha aggiunto – verificando chi sono i contribuenti, ci sono anche dei defunti. Il 95% dei tributi non pagati sotto i mille euro sono imposte che partono dal 1996 e fino al 2012 sono 42 milioni su 45. Il cittadino oggi può andare a pagare anche la singola cartella per un singolo tributo. Poco l’ammontare dal 2000 al 2010, di più dal 2011 al 2015. I tributi maggiori sono quelli derivanti da sanzioni al Codice della strada e dalla Tari, sono il 97% del carico sotto i mille euro”.
Sulle modalità di recupero l’Amministrazione sta predisponendo una strategia: “Abbiamo interlocuzioni in corso con l’Agenzia – ha evidenziato Cicala – e dobbiamo fare correttivi, perché soprattutto per i crediti dopo il 2016, che non abbiamo ancora quantificato, bisogna intervenire. Dobbiamo migliorare la capacità di riscossione: solo il 50% dei cittadini paga la Tari entro l’anno di emissione. Daremo ai messinesi gli strumenti per capire la loro situazione contributiva, ma poi toccherà a loro mettersi in regola”.
Il sindaco ha voluto così chiarire la posizione dell’Esecutivo di Palazzo Zanca dopo l’interrogazione del consigliere comunale del centrosinistra Giovanni Caruso, che auspicava l’adesione del Comune a uno stralcio completo delle cartelle in questione entro il 31 gennaio. Di tutt’altro avviso l’Amministrazione, che ha ritenuto un controsenso rinunciare a circa 40 milioni di euro vista la condizione di predissesto.