Lavoro

Almaviva, tavolo al ministero del Lavoro, il futuro appare sempre più nebuloso

PALERMO – Per i lavoratori dei call center siciliani collegati ad Almaviva il presente, ed ancor peggio il futuro, appare ancora più nebuloso. L’analisi della situazione occupazionale di Almaviva Palermo è stata al centro di un incontro presso la sede del ministero del Lavoro. Erano presenti al tavolo i sottosegretari Steni Di Piazza, per il ministero del Lavoro, Alessandra Todde per il ministero dello Sviluppo economico, il capo di gabinetto del ministero per il Sud e l’assessora Giovanna Marano per il Comune di Palermo.

L’azienda Almaviva, preliminarmente, ha rappresentato al tavolo il quadro attuale, partendo dalla verifica fatta coi principali committenti, disponibili ad attivare tavoli di confronto su tariffe e volumi. “Il quadro rappresentato – dichiarano in una nota unitaria i segretari Maurizio Rosso della Slc Cg Cgil Palermo, Eliana Puma della Fistel Cisl, Giuseppe Tumminia della Uilcom Uil e Aldo Li Vecchi dell’Ugl Tlc – è più drammatico di quello prospettato appena un mese fa in sede ministeriale. Da Tim non sono pervenuti riscontri precisi ma da Wind sono arrivate risposte negative, sia sul fronte delle tariffe che sul fronte dei volumi e tale riscontro potrebbe rendere insostenibile la prosecuzione del rapporto commerciale con questo committente”.

Almaviva ha precisato che in un simile scenario sarebbe compromessa la sussistenza dell’intero sito produttivo di Palermo. “Le organizzazioni sindacali – aggiunge la nota – hanno ribadito in maniera perentoria e inderogabile che non è più differibile il coinvolgimento dei committenti nel percorso ministeriale avviato. La tenuta sociale diventa prioritaria attraverso il ripristino di regole certe su tariffe, delocalizzazione e rispetto dei contratti”.

I sindacati hanno chiesto al governo un impegno forte per il recupero del credito di 14 milioni di euro che Almaviva vanta verso Alitalia. Il governo ha raccolto l’invito a intervenire a breve sulle committenze, sia per i volumi che per la parte creditoria e, fatti i passaggi istituzionali, convocherà nuovamente le parti al tavolo entro il 6 dicembre.

“Dopo otto anni di sacrifici, ammortizzatori sociali, deroghe contrattuali rivendichiamo – aggiungono Rosso, Puma, Tumminia e Li Vecchi – atti concreti affinché ci possa essere la costruzione di una politica industriale di questo settore, fondamentale nel mondo dei servizi. La città di Palermo non può permettersi un disastro occupazionale di questa portata, che metterebbe in ginocchio l’intero tessuto economico della città”.

A fine giugno la vertenza Almaviva Contact aveva visto solo l’attivazione della procedura unilaterale dell’ammortizzatore sociale. L’azienda del settore dei call center aveva anche annunciato 1.600 esuberi nel polo palermitano, sostenendo che tutto dipendesse dalle commesse Tim e Wind, che nel mese di luglio si sono ridotte del 70%. E già nei mesi scorsi le segreterie territoriali di Slc Cgil, Cisl Fistel, Uilcom e Ugl hanno organizzato un presidio insieme a tutti i lavoratori liberi dal servizio davanti ai negozi sociali Wind e Tim di via Libertà a Palermo, per sollecitare il governo nazionale a intervenire. In particolare, contro il calo di volumi di traffico delocalizzato all’estero, con percentuali che superano il 60%, ma anche per il rispetto delle tariffe minime stabilite dalla legge e contro la destrutturazione di ammortizzatori sociali, che andrebbero invece affiancati ad un fondo di settore.