Economia

Fisco, in Sicilia richieste al Garante sopra la media nazionale

PALERMO – Contrastare l’evasione fiscale seguendo le linee guida dettate dall’attuale Governo, che ha più volte sostenuto di poter recuperare un sommerso pari a tre miliardi di euro, è auttualmente un sogno “utopistico”.
Oltre alle proteste degli uffici dell’Agenzia delle Entrate, che lamentano una sostanziale carenza di organico, è intervenuto sulla questione anche il Garante del contribuente per la Sicilia, Salvatore Forastieri.

Con la sua relazione annuale, come già riportato sulle colonne di questo giornale, il Garante ha segnalato le molte criticità che rendono sempre più difficile il rapporto di fiducia che dovrebbe esserci tra cittadini siciliani e l’Amministrazione finanziaria.

Criticità che spaziano dal diritto del contribuente di poter rivedere un atto in possesso dell’Amministrazione finanziaria, al “pesante ed estremamente confuso” prelievo tributario sugli immobili; dall’attesa di un prelievo unico in materia di Tributi locali (la così detta Local Tax) che dura ormai da troppi anni, alla poca chiarezza del sistema della “tassazione separata (Dpr 917/86 art. 17) relativa al pagamento dell’Irpef.

Considerando che anche quest’anno, in Sicilia, le richieste d’intervento del Garante si sono attestate sopra la media nazionale (nello specifico sono state 402), sono indispensabili delle riforme fiscali utili a rendere più chiare ai cittadini tutte quelle norme finanziarie eccessivamente complesse.

Proprio dalla necessità di semplificazione del sistema tributario, sono nate le proposte di modifica legislativa che il Garante del Contribuente per la Sicilia ha indicato nella sua relazione annuale. Proposte che riguardano una migliore definizione dei casi per i quali è applicabile il diritto di autotutela, ma anche la previsione di un “regime dei minimi” più vasto e semplice per potere accogliere tutti i cittadini “costretti” a evadere le tasse. Fondamentale sarebbe anche la possibilità di estendere agli atti dell’Agenzia delle Entrate la sospensione immediata, su richiesta del contribuente, delle cartelle di pagamento ritenute illegittime.

Secondo Forastieri, inoltre, sarebbe utile revisionare sia gli interessi che possono essere applicati nell’ambito tributario ai cittadini, sia il “ravvedimento operoso”, per cercare di renderlo più accessibile a tutti i contribuenti siciliani. Infine, per dare un forte incentivo al recupero dei molteplici beni culturali che si trovano in Sicilia, sarebbe utile estendere il “credito d’imposta per favorire le erogazioni liberali a sostegno della cultura” anche ai beni culturali vincolati dalla proprietà privata, in quanto, attualmente, l’agevolazione è finalizzata solamente al recupero di quelli pubblici.

Unica nota positiva, quantomeno in Sicilia, in materia di interventi legislativi, giurisprudenziali e amministrativi volte alla semplificazione del fisco, riguardano il contraddittorio preventivo. Infatti, il direttore regionale dell’Agenzia delle Entrate siciliana ha indicato a tutti gli uffici, già nel luglio del 2018, di utilizzare il contraddittorio preventivo in maniera “ordinaria” anche quando non è previsto espressamente dalla legge, fornendo anche utilissime indicazioni al fine di applicare correttamente la disposizione.

Forastieri, ricordando il successo siciliano del “Tavolo della Compliance” da lui coordinato, tra le varie proposte per migliorare l’immutato rapporto tra gli Uffici finanziari e i cittadini, ha suggerito di istituire un’apposita commissione composta da rappresentanti dell’Amministrazione finanziaria, da professionisti e da altri esperti del settore, “al fine di – come si legge nella relazione annuale – prendere in esame tutte le norme di difficilissima lettura, facendo una vera e propria ricognizione delle disposizioni che creano maggiori problemi e proponendo al legislatore un intervento interpretativo”.

Questa commissione sarebbe davvero utile per far emergere il sommerso che attualmente si trova in quella zona grigia dove regnano sovrane evasione e malaffare, al contrario delle “passerelle televisive dei nostri governanti” denunciate dai sindacati che, in questi giorni, hanno organizzato le proteste degli uffici dell’Agenzia delle Entrate e delle Dogane e dei Monopoli.

Inoltre, per migliorare i rapporti fisco-contribuente sarebbe necessaria anche una riforma legislativa che svincoli il Garante dalla dipendenza logistica dalla direzione regionale dell’Agenzia delle Entrate e che gli garantisca una terzietà fondamentale per svolgere il suo ruolo, ovvero la difesa dei diritti del contribuente.

L’altra riforma, indicata da Salvatore Forastieri come indispensabile, è quella che prevede una maggiore attività del Garante non solo nel panorama tributario del Paese, ma anche nella “definizione dell’accertamento e della diminuizione del contenzioso tributario”.