Messina

Amam Messina: 90 milioni di euro di bollette non pagate

MESSINA – Aggredire il pesante bagaglio di crediti insoluti, maturati verso l’utenza morosa che impedisce l’utilizzo di importanti somme per investimenti a beneficio della qualità del servizio e delle infrastrutture necessarie a gestirlo. È l’obiettivo che l’Amam si pone per recuperare oltre 90 milioni di euro di bollette non pagate, accumulati negli ultimi dieci anni.

Per raggiungerlo sono già partite alcune azioni e altre ne seguiranno nei prossimi mesi con l’obiettivo di “riabituare i messinesi a pagare il servizio idrico”, come hanno spigato Loredana Bosasera, presidente della partecipata, e il sindaco Federico Basile. Sono state inviate 75 mila raccomandate di sollecito e richiesti 6 mila cambi di voltura a eredi di cittadini defunti.

“Il pagamento dei consumi idrici, così come di ogni altro onere fiscale – ha sottolineato il sindaco Basile – è un atto dovuto, di cui ciascun cittadino deve farsi carico. Questa attività che Amam sta perseguendo nell’ambito delle utenze con indice di morosità è in linea con quanto previsto dall’Arera. L’Amministrazione, nel periodo della pandemia, ha concesso, a differenza dei gestori di altri servizi, qualche anno di tolleranza nell’azione di recupero delle morosità, che oggi, però, non può più proseguire, anche perché il mancato recupero dei crediti penalizza la capacità di investimento dell’azienda che gestisce per l’intera città un servizio pubblico essenziale come quello idrico integrato”.

Ci sono tre diverse tipologie di morosi, circa 60 mila sono utenze domestiche con un debito di circa 44 milioni, circa tremila le utenze condominiali con un debito intorno ai 30 milioni e quelle commerciali hanno un debito di oltre 9 milioni di euro.

“Sebbene la gestione sana di Amam – ha spiegato il direttore generale del Comune Salvo Puccio, ex presidente ed ex dg della partecipata – abbia consentito di poter soprassedere negli ultimi due anni da azioni forti di recupero dei crediti insoluti, oggi si ha necessità di recuperare i crediti anche per poter onorare i debiti verso i fornitori di lavori e servizi i cui costi sono aumentati, primo tra tutti quello relativo all’energia elettrica, fondamentale per poter consentire il funzionamento degli oltre duecento impianti di cui si serve la rete idrica di Messina per garantire ogni giorno la gestione ottimale del servizio”.

Diverse, come accennato, le azioni messe in campo da Amam per facilitare l’utenza che ha ricevuto i solleciti e per cui è stato prorogato il termine di regolarizzazione al 28 febbraio. “Abbiamo inviato raccomandate – ha detto la presidente Bonasera – per cifre dai dieci euro in sù. Abbiamo un portale cui si può accedere con Spid e visualizzare le fatture degli ultimi cinque anni, a breve anche precedenti. Si possono presentare istanze e fare le volture, si può pagare anche online con PagoPa. Questo agevola l’utente, che non deve per forza recarsi allo sportello”.

Ma le file agli portelli in questi giorni sono state lunghissime e molti gli utenti che hanno lamentato diffide per bollette già pagate. È stato stimato che circa il 3% delle 75 mila raccomandate sono state inviate a chi aveva già effettuato il pagamento o ha una regolare posizione. “Sappiamo – ha confermato la presidente – che ci sono stati alcuni disguidi, fisiologici su invii massivi, e di questi ci scusiamo con chi, pur essendo in regola con i pagamenti, li ha subiti. Non possiamo più permetterci, però, di non recuperare questi crediti e per venire incontro a chi deve saldare il pregresso consigliamo di usare la piattaforma digitale di pagamento. Inoltre, presto saranno abilitati anche i Caf per aumentare il front office”.

Tra i motivi di alcuni disallineamenti pare ci sia il fatto che l’utente non utilizzi per saldare la fattura con il bollettino allegato, ma uno da compilare con cui Amam ha più difficoltà a riconoscere il saldo. “Molti cittadini – ha concluso Bonasera – forse hanno perso un po’ l’abitudine a pagare l’acqua, ma va pagata come luce, gas e altre utenze. Per avere un buon servizio bisogna pagare, per garantire ciò che tutti richiedono. Dopo il 28 febbraio non ci sarà alcuna tolleranza e scatteranno le riduzioni e i distacchi. Speriamo di recuperare la maggior parte dell’insoluto nel giro di un anno”.