MESSINA – Si dovevano chiarire i motivi delle dimissioni del direttore generale di Amam Pierfrancesco Donato ma, alla fine, molte domande sono rimaste senza risposta. Nel frattempo si sono aggiunte altre dimissioni: quelle della presidente Loredana Bonasera e dei due componenti del Cda Alessandra Franza e Adriano Grassi.
I lavori della IV Commissione consiliare presieduta da Rosaria Di Ciuccio (FI) hanno messo in evidenza come la crisi idrica e la sua gestione sia ancora argomento divisivo. Gli interventi dei consiglieri, tranne qualche caso, hanno centrato poco la crisi dei vertici dell’Amam, perdendosi nei macro temi della siccità e delle responsabilità della Regione.
Non è mancata la polemica con la presidente Di Ciuccio che cercava di riportare il dibattito sul tema all’ordine del giorno, culminata con l’abbandono dell’aula degli esponenti di Sud chiama Nord. In aula anche il sindaco Federico Basile e l’assessore all’Ambiente e Difesa del suolo, Francesco Caminiti. Il primo cittadino ha annunciato che sono stati pubblicati i bandi per sostituire i dimissionari, consiglieri d’amministrazione e direttore generale, e ha ricordato che comunque i vertici rimarranno in carica fino a quando ci sarà l’insediamento dei nuovi.
“La mia presenza in Commissione – ha detto Basile – è garanzia di trasparenza amministrativa; dopo le dimissioni del dg c’è stato un confronto con l’azienda per comprendere quali fossero state le cause, verosimilmente il periodo trascorso con tutte le sue criticità, ha fatto scaturire in Donato la necessità di rimettere un mandato che stava portando a termine. Nel comunicato di Amam – ha aggiunto il sindaco – si fa riferimento a contestazioni scritte fatte al dg dal Cda, ad attività che erano state richieste che riguardano l’ordinaria gestione di un azienda, dopo il dg ha scelto di dimettersi. Sono atti pubblici, so che qualcuno di voi ha fatto richiesta di accesso agli atti, ritengo che le carte più delle parole possono parlare”.
“Non do colpe a nessuno – ha proseguito Basile – ma il clima che si è respirato in città è stato permeato da dubbi, strumentalizzazioni politiche e mediatiche, causa di forti tensioni all’interno dell’azienda che ha saputo lavorare con i risultati che oggi vediamo, in un periodo critico che non è finito. Siamo in un momento diverso rispetto a luglio e agosto, derivato da tutte le attività che ha fatto Amam con i suoi vertici, i direttori amministrativi e tecnici e il personale. Ci sono stati i lavori per mettere pozzi in rete, interventi sulle perdite; il problema persiste e non riguarda solo Messina ma siamo ad un’altra fase rispetto a quella di massima criticità. Con le dimissioni del Cda – ha ribadito il sindaco – si è voluto mettere un punto a tutto un periodo dove si è puntato il dito forse in modo eccessivo e in cui invece bisognava fare quadrato. Uscire dall’agone politico e mediatico per dare serenità a un’azienda che da domani ripartirà con lo stesso vigore, significa avere attenzione nei confronti della città e non a interessi personali. Non c’è un tempo giusto e uno sbagliato, l’azienda continuerà a lavorare, la linea politica è la stessa non si cambia. Con responsabilità ho deciso di accettare le dimissioni per evitare ulteriori stillicidi. Nei prossimi mesi si raccoglieranno i risultati di un lavoro in continuità fatto dall’azienda, è un momento di rilancio partendo da quello che si è fatto”.
Basile ha cercato di sgombrare il campo da supposizioni fatte attorno a queste dimissioni ribadendo che sono state dimissioni volontarie, che non saranno seguite da rimpasti in Giunta e non ci sarà nessun cambio di linea rispetto alla gestione seguita finora da Amam. Gestione criticata invece dal coordinamento cittadino di FI che considera le dimissioni un atto dovuto ma non risolutivo. Il capogruppo di FdI, Libero Gioveni ha messo in evidenza alcune contraddizioni: “Perché accettare le dimissioni del Cda se è così convinto che Amam ha fatto molto bene finora? Avevamo richiesto in tempi non sospetti le dimissioni della presidente Bonasera ma ha sempre ribadito che non avrebbe lasciato specie in un momento di criticità e allora perché lo fa adesso?”
Critico anche il consigliere del Pd Alessandro Russo che ha ricordato che nei mesi scorsi si era dimesso anche il direttore tecnico Fabio Arena. Un abbandono in massa che secondo gli esponenti dell’opposizione nasconde un problema politico all’interno dell’Amministrazione. Ipotesi respinta anche dall’assessore Caminiti che nel suo breve intervento ha sottolineato: “Ci sono solo motivazioni personali non c’è altro, arriveranno i documenti con i due riscontri che il Cda ha fatto al dg su delle attività da porre in essere, e sarà chiaro quanto è successo”.