Catania

Aeroporto di Catania, l’Anac richiama la SAC: ecco perché

Ancora problemi per l’aeroporto di Catania: l’Anac – l’Autorità Anticorruzione nazionale – richiama la SAC al termine dell’istruttoria sulla procedura di affidamento dei lavori per il rifacimento della segnaletica, giudicando l’operato “non conforme alla normativa di settore”.

La società che gestisce lo scalo etneo – che negli scorsi mesi ha dovuto affrontare problematiche importanti, in primis il grave incendio dello scorso 16 luglio – avrà 45 giorni di tempo per rimediare alla questione segnalata da Anac.

Anac, richiamo all’aeroporto di Catania

A far scattare il richiamo dell’Anac nei confronti della società che gestisce l’aeroporto di Catania è stato un esposto presentato a febbraio 2023 in cui sono state segnalate “presunte irregolarità nella procedura di gara indetta il 23 gennaio 2023 dalla società aeroporto per l’affidamento per la durata di 36 mesi del servizio di manutenzione ordinaria di riqualifica della segnaletica airside e landside dello scalo per un importo complessivo di 1.050.000 aggiudicata il 19 aprile 2023”.

Due i rilievi dell’Anac. Prima di tutto l’erronea qualificazione dell’appalto come appalto di “servizi”. La procedura, sottolinea Anac, riguarda “lavori” di segnaletica orizzontale e non “servizi”. “Il concetto di ‘manutenzione’ – spiega l’Autorità Anticorruzione – rientra nell’ambito dei lavori pubblici qualora l’attività dell’appaltatore comporti un’azione prevalente ed essenziale di modificazione della realtà fisica (cosiddetto quid novi) che prevede l’utilizzazione, la manipolazione e l’installazione di materiali aggiuntivi e sostitutivi non inconsistenti sul piano strutturale e funzionale. E nell’ambito dell’attività di manutenzione della segnaletica interviene, sempre una modificazione della realtà fisica grazie all’utilizzazione di materiali nuovi, come per esempio le vernici per la realizzazione della segnaletica”.

Altra criticità evidenziata dall’Anac è la “formulazione ambigua della clausola del disciplinare di gara relativa alla dimostrazione, come requisito di capacità economica e finanziaria, di attività analoghe in ambito aeroportuale a quelle oggetto dell’affidamento, nel triennio 2019/2021″.

Viene richiesta, osserva Anac, la dimostrazione di “attività analoghe a quelle oggetto dell’affidamento” ma restringendo l’ambito alle attività espletate “in ambito aeroportuale”. La clausola, cioè, sembra in effetti richiedere la dimostrazione di “servizi identici” a quelli oggetto dell’appalto; ciò a danno di eventuali potenziali concorrenti che avrebbero avuto interesse a partecipare alla procedura di affidamento in esame e che hanno effettuato, nell’ultimo triennio, servizi/lavori (ad esempio manutenzione della segnaletica stradale) nello stesso settore imprenditoriale nel quale rientra l’appalto in esame.

L’Autorità ricorda che, secondo diverse pronunce del Consiglio di Stato, quando il bando di gara richiede quale requisito il pregresso svolgimento di “servizi analoghi”, tale nozione non può essere assimilata a quella di “servizi identici”: è sufficiente che il concorrente abbia dimostrato lo svolgimento di servizi rientranti nel medesimo settore imprenditoriale o professionale al quale afferisce l’appalto, cioè il settore inerente la prestazione di servizi e lavori di segnaletica orizzontale.