ROMA – In data 21 febbraio scorso è stato pubblicato l’attesissimo Decreto legislativo sull’Accertamento, il n. 13 del 12 febbraio 2024, contenente anche la normativa sul discusso Concordato preventivo biennale. Come specificato dall’Esecutivo si è tenuto conto delle osservazioni delle Commissioni tecniche che sono intervenute sulla prima bozza approvata in via preliminare lo scorso novembre 2023.
Ricordiamo che il Governo fino a ora ha approvato solo sette dei decreti legislativi collegati all’attuazione della Riforma fiscale, cominciando da quelli che non comportano ulteriori oneri di bilancio. Gli altri, necessari per completare la riforma, dovranno essere pubblicati entro due anni dalla data di pubblicazione della legge delega n. 11 del 9 agosto 2023. Pare, comunque, che entro febbraio saranno pronti anche i Decreti legislativi sulle sanzioni e sulla nuova riscossione. Comunque, chissà quando vedremo i tanto attesi Testi unici.
C’è da dire, peraltro, che, fino a oggi, la chiarezza delle nuove disposizioni, quelle che dovrebbero assicurare chiarezza e semplificazioni, non pare abbiano raggiunto totalmente l’obiettivo. La “certezza del diritto” appare ancora lontana. Comunque vedremo cosa accadrà in un prossimo futuro.
Quelli di seguito descritti sono i Decreti legislativi già in Gazzetta Ufficiale:
È stato già approvato dal Consiglio dei Ministri ed è in attesa di essere pubblicato il Decreto Legislativo sui Giochi.
Si sta anche lavorando intensamente, negli ambienti ministeriali, sul decreto riguardante il riordino delle sanzioni, nonché sul decreto legislativo sulla riscossione, puntando principalmente a rendere più veloce la riscossione dei tributi, a semplificare il modo di estinzione dei debiti fiscali da parte dei contribuenti morosi, anche concedendo una dilazione fino a dieci anni (attualmente il massimo è sei anni, ossia 72 rate) e favorendo istituti come gli accordi di ristrutturazione in caso di crisi aziendale e transazioni e, in questo modo, tentare di smaltire l’enorme magazzino di debiti inesigibili che, nonostante lo stralcio delle mini cartelle, da tantissimo tempo giacciono negli archivi del Fisco (si parla di un arretrato di più di 1.200 miliardi), rendendo ancora più difficile l’opera di recupero di quei vecchi crediti che ancora, invece, seppure con grosse difficoltà, possono essere riscossi. L’obiettivo di fondo della riforma della Riscossione è quella di limitare i casi della necessità di emettere la cartella di pagamento, ampliando le ipotesi di atti di accertamento immediatamente esecutivi.
Come precedentemente detto, l’ultimo, in ordine di tempo, a essere pubblicato è stato quello sull’accertamento e sul concordato preventivo biennale, sicuramente uno dei più importanti e attesi in quanto, specialmente dopo l’introduzione (con le modifiche dello Statuto dei Diritti del contribuente) del contraddittorio preventivo obbligatorio (che interesserà circa 4 milioni e mezzo di contribuenti), l’Esecutivo/Legislatore si è posto l’obiettivo di razionalizzare tutto il settore dell’accertamento fiscale, principalmente lavorando sull’analisi del rischio (di evasione) allo scopo di focalizzare i controlli sui soggetti che presentano maggiore pericolosità fiscale.
Queste le principali novità contenute nel Decreto legislativo n. 13 in commento, decreto nel quale, comunque, non mancano confusione, rinvii ad altre disposizioni di difficile comprensione ed evidenti omissioni, che appaiono proprio il contrario di quello che la riforma tributaria dovrebbe realizzare: la certezza del diritto e la semplificazione degli adempimenti.
Tra le più importanti novità, così come già sottolineato, c’è il Concordato preventivo biennale, un nuovo istituto che taluni ritengono il punto di forza per rafforzare il rapporto di fiducia tra Fisco e contribuenti, ma che altri considerano invece come una sorta di “condono anticipato”, un sistema che, secondo chi non ne condivide l’introduzione, sarà causa di ulteriore evasione.
Favorevoli le previsioni dei vertici del Ministero, principalmente il vice ministro Maurizio Leo il quale, nel sottolineare l’efficacia del nuovo istituto, ricorda che in questo modo si favorisce l’adesione spontanea (la famosa “tax compliance”), circostanza che permetterà di rivolgere maggiore attenzione (accertamenti) nei confronti di coloro i quali non vi hanno aderito.
Di seguito, in estrema sintesi, le principali disposizioni contenute nell’ultimo decreto emanato:
Previsto un particolare regime di concordato preventivo anche per i “forfettari”, ma in questo caso riguarderà un solo anno (il 2024). Contemplata, comunque l’emanazione di due Provvedimenti, uno del Direttore dell’Agenzia delle Entrate riguardate i software per la comunicazione dei dati necessari per la formulazione della proposta di concordato, uno del Ministro dell’Economia e delle Finanze che, si spera, colmerà tutti i dubbi che attualmente esistono su questo nuovo e importantissimo istituto.