Anci Sicilia ha presentato a Palazzo dei Normanni, nella Sala Piersanti Mattarella, il progetto “Rete dei musei comunali”. Ospiti dell’Assemblea regionale siciliana, sindaci e dirigenti dei musei hanno partecipato al convegno dal titolo “A cielo aperto”.
L’unione dei due titoli, quello del progetto e quello del convegno, forniscono già una chiara traccia del piano multifunzionale guidato dall’associazione dei comuni siciliani capitanata da Paolo Amenta. Un’idea, forse una visione per il futuro dell’isola, che ha trovato immediata adesione da parte di 85 comuni e 177 musei siciliani. Il convegno ha visto grande partecipazione, e gli auspici di ulteriori adesioni alla Rete dei musei comunali parrebbe quindi più che fondata.
Alla base della visione promossa dall’associazione siciliana dei Comuni c’è la semplice consapevolezza che la Sicilia è un enorme e ricchissimo museo a cielo aperto. Uno sconfinato territorio-museo da valorizzare, secondo ogni accezione al concetto di valore. Tra borghi “più belli d’Italia” con titolo spesso assegnato a borghi siciliani, patrimonio architettonico e storico unico al mondo, una tradizione enogastronomica di grande pregio e un clima da vacanze per viaggiatori di ogni parte del pianeta. Una risorsa da sfruttare, anche per contrastare il progressivo – e apparentemente inarrestabile – spopolamento di molti comuni dell’entroterra e non solo. Circa diecimila giovani siciliani ogni anno lascia infatti l’isola e i piccoli Comuni risentono molto più delle città di questa migrazione massiccia.
“Anci Sicilia vuole lanciare la sfida, vuole rilanciare i territori”, spiega al Quotidiano di Sicilia il presidente Paolo Amenta. “In apparenza sembra semplicemente che parli di musei e di cultura – chiarisce il presidente di Anci Sicilia – ma dietro c’è tutto un risvolto politico, sociale, che è quello dello spopolamento, di dare spazio e voce a Comuni che si stanno spopolando e che attraverso la cultura possono riprendere a camminare”.
Alla base del progetto della rete dei musei comunali in Sicilia, come spiega Amenta, “c’è un indicatore importante: da qui a sette o otto anni, i viaggiatori che proveranno a trovare territori organizzati, con l’aria buona ma che abbiano la possibilità di raccontare la propria storia, passeranno da un miliardo a due miliardi; quindi ci dobbiamo organizzare e stiamo iniziando da qui”. Quello della rete dei musei è quindi un primo passo, un tentativo, secondo il presidente di Anci Sicilia, “di collegare il territorio siciliano perché la proposta culturale del territorio diventi un’unica proposta da lanciare al mondo”.
Per dare il via al progetto presentato a Palermo, l’associazione ha realizzato un portale sul web sul quale raccogliere tutto il necessario affinché il turista possa trovare le informazioni, gli itinerari, la storia dei luoghi da visitare e programmare il proprio viaggio tra le meraviglie di una terra chiamata Sicilia. Nota dolente, per la quale non ci si poteva esimere dal porre il quesito a Paolo Amenta, è la nota e tragica condizione del sistema dei trasporti siciliano. “È tutto legato, è un progetto integrato e di sviluppo, è un nuovo modello, si parla di sostenibilità, di transizione ecologica, di transizione energetica, di economia circolare, quindi di migliorare la qualità della vita di questo nostro territorio – afferma il presidente Anci Sicilia – e anche la mobilità sostenibile deve prendere spunto subito e deve correre; il PNRR, il FESR, l’FSC, sono tutti strumenti che devono subito accelerare questo collegamento”.
“Non è possibile visitare da Siracusa a Trapani in tempi rapidi se non c’è la mobilità, se non ci sono i collegamenti. Anche questo – prosegue Amenta – fa parte di un ragionamento che i Comuni devono iniziare a fare”. Il principio cardine del piano di rivalorizzazione del territorio, e mediante il quale fronteggiare le ragioni alla base dello spopolamento, è quindi la rete dei comuni che devono operare singolarmente e in comunione di intenti per raggiungere gli obiettivi utilizzando tutti gli strumenti utili a loro disposizione, oltre che quelli da pretendere vengano impiegati da organi governativi di livello superiore. Ma anche perché la programmazione della Regione Siciliana, o del governo centrale, vadano nella direzione giusta è necessario che la rete – fin qui di 85 Comuni e 177 musei – formuli richieste precise e proponga progetti chiari e finanziabili.
All’evento di presentazione del progetto Rete dei musei comunali, che ha avuto natura di convegno con un confronto tra i partecipanti per analisi del contesto e ulteriori spunti progettuali, oltre al presidente Amenta ed al segretario generale dell’ANCI Sicilia Mario Emanuele Alvano, hanno partecipato Maria Francesca Martinez Tagliavia, direttrice della GAM di Palermo e la presidente ENIT Alessandra Priante, che è intervenuta inviando un videomessaggio. Nella sala Piersanti Mattarella di Palazzo dei Normanni inoltre molti sindaci, direttori di musei e dirigenti di settore. Un consistente numero di esperti di settore è inoltre intervenuto in qualità di relatori.