Intervista

Andrea Ostellari (Lega), presidente Commissione Giustizia al Senato

“Lo Stato non sia complice di comportamenti nocivi”

La depenalizzazione della coltivazione domestica non è accettata in casa Lega.
Il Carroccio, da sempre contrario sull’argomento, è titolare di una proposta di legge che, intervenendo sul testo unico in materia di disciplina degli stupefacenti e sostanze psicotrope, inasprisce le attuali pene.
L’intento sarebbe quello di condurre una “lotta allo spaccio”.

Per capire meglio come la Lega intenda superare l’impasse in cui si trova il Ddl e per farci spiegare i motivi che hanno portato questo Ddl in Aula, ci siamo rivolti al firmatario della proposta: Massimiliano Romeo.
Ma il capogruppo della Lega al Senato, tuttavia, a causa di impegni istituzionali non ha potuto rispondere alle nostre domande. Ci siamo allora rivolti ad Andrea Ostellari, presidente della commissione Giustizia a palazzo Madama.

Presidente, perché la strada della depenalizzazione della cannabis è quella sbagliata?
“La strada della depenalizzazione è sbagliata perché lo Stato deve proteggere i cittadini, non arrendersi e magari farsi complice di comportamenti nocivi per la salute fisica e mentale. I giovani vanno difesi, sempre. Anche dal consumo di droghe cosiddette leggere, che tante volte rappresenta solo la prima tappa di un percorso sempre più doloroso”.

Alla Camera dei deputati c’è una proposta di legge sullo stesso tema ma di segno opposto che sarà discussa il 24 giugno: come uscire dallo stallo? Quali sono gli scenari possibili?
“Il ddl che stiamo trattando in Commissione al Senato è diverso. Non lo dice solo la Lega, lo testimonia anche il voto della sinistra che, proprio in Commissione alla Camera, ha escluso che la trattazione dei ddl sulla cannabis e di quello della Lega potesse essere effettuata contemporaneamente. Questo ci ha permesso di avviare l’iter al Senato, nel pieno rispetto del regolamento. Anche perché, il ddl Lega non riguarda solo la cannabis, ma tutte le droghe e si concentra sulla lotta allo spaccio, senza entrare nel merito del consumo”.