MESSINA – “Se non facciamo sentire alto adesso il grido della Sicilia, non avremo più la possibilità di rialzarci. Ed è un grido che deve arrivare a Roma e in Europa per affermare il pieno diritto alla mobilità e allo sviluppo. Senza il Ponte e senza le infrastrutture la Sicilia post-Covid farà un passo indietro irreversibile”. Così si è espressa, senza mezzi termini, Lidia Dimasi, presidente di Anpit Sicilia, Associazione nazionale industria e terziario, che aderisce alla mobilitazione permanente per il Recovery fund che ha visto nel flash mob organizzato a Messina il 31 luglio dalla Rete civica per le Infrastrutture nel Mezzogiorno la sua prima tappa.
“L’Anpit Sicilia – ha aggiunto – condivide la battaglia che il movimento trasversale sta portando avanti affinché al Mezzogiorno venga attribuita un’adeguata percentuale dei 209 miliardi del Recovery fund. Sottoscriviamo la lettera inviata al Presidente Mattarella e alle Istituzioni. La Sicilia deve avere pari opportunità in termini di alta velocità, alta capacità ferroviaria, infrastrutture”.
“In tal senso – ha osservato – consideriamo la bizzarra ipotesi del tunnel, avanzata dal premier Conte, su suggerimento del vice ministro Cancelleri, come un maldestro tentativo per distrarre l’opinione pubblica su progetti irrealizzabili e fantasiosi. Un modo insomma per non fare niente e dirottare le risorse al Nord. Restituire centralità a Messina e alla Sicilia nel Mediterraneo equivale a colmare quel gap infrastrutturale che è andato sempre più ampliandosi nell’ultimo mezzo secolo”.
“Non ci battiamo solo per il Ponte – ha concluso – ma per l’alta velocità, le Zes, il potenziamento del sistema portuale e aeroportuale”.