Intervistato dal direttore Carlo Alberto Tregua, dal vice direttore Raffaella Tregua e dal vice presidente Filippo Anastasi, l’assessore regionale della Famiglia, delle Politiche sociali e del Lavoro, Antonio Scavone, risponde alle domande del QdS.
Quali misure sono state intraprese per il mondo del lavoro in Sicilia e che passi avanti sono stati fatti in tal senso?
“L’argomento del momento è il Pnrr. Abbiamo deliberato in giunta di Governo il Par (Piano di attuazione regionale, ndr) del programma Gol (Garanzia di occupabilità dei lavoratori, ndr) che al suo interno prevede la possibilità di amplificare già a partire dal 2022 il sistema del catalogo dell’offerta formativa, già sperimentato in parte in questi anni, che consentirà di meglio raccordare i servizi che i centri per l’impiego rivolgono alle imprese con il fabbisogno formativo espresso dal tessuto produttivo, essendo così in grado di garantire la formazione per i profili professionali necessari nei singoli contesti produttivi. Nella ripartizione delle risorse che abbiamo ottenuto, abbiamo fatto valere, dopo un faticoso braccio di ferro con le regioni del settentrione, i numeri in Sicilia della disoccupazione e dei beneficiari del reddito, quest’ultimi arrivati a oltre seicento mila alla fine del 2021. Gol, quindi, è servito non solo per cominciare un percorso virtuoso ma consentire a chi organizza in prospettiva il lavoro e chi organizza la formazione di ragionare insieme. Siamo stati la prima regione ad attuare il piano e per la prima volta abbiamo inserito dentro anche la formazione, perché senza di essa non ci può essere inserimento nel mondo del lavoro. Formazione e mondo del lavoro sono collegati”.
Come metterli in collegamento?
“Attraverso Gol, ‘costringiamo’ la formazione a organizzare percorsi a seconda delle necessità delle imprese. Abbiamo aperto cinque tavoli tecnici con il mondo dell’impresa, coi datoriali e con i sindacati e stiamo cercando di far comprendere loro quanto sia necessario avere le idee chiare. Con Gol prendiamo 11,5% della ripartizione nazionale della prima anticipazione. Noi abbiamo avuto cento milioni e ci siamo impegnati a profilare 65 mila persone entro il 31 dicembre, avviare a formazione 17 mila circa e di questi seimila alla formazione digitale”.
Un’altra grave problematica riguarda i Centri per l’impiego. Cosa è stato fatto per potenziarli?
“Nei Centri dell’impiego abbiamo fatto un investimento importante. Il Piano di rimodulazione del 2019, con un investimento di cinquanta milioni nelle strutture, cosicché i 65 Centri per l’impiego della Sicilia abbiano un solo nucleo. Non solo, alle piattaforme informatiche nazionali noi abbiamo aggiunto un sistema di tablet, in fase di distribuzione ai vari operatori, così da creare una grossa piattaforma di confronto tra gli operatori dei centri per l’impiego e aperto, come avviene in Lombardia e nel Veneto, alle agenzie per il lavoro, mettendoli in parallelo, inserendo per quest’ultime il criterio della premialità in base ai risultati sulle persone collocate”.
Sul nodo ispettori del lavoro, al QdS aveva annunciato che il Governo sta lavorando su un doppio binario: indire nuovi concorsi e sbloccare graduatoria nazionale. A che punto siamo?
“Abbiamo stanziato la somma di circa 1,5 milioni di euro per la progettazione, realizzazione e messa in esercizio del portale ispettivo della Regione Sicilia, al fine di consentire una attenta e mirata attività ispettiva sull’intero territorio siciliano. Contestualmente si stanno per avviare percorsi formativi di aggiornamento degli stessi ispettori. Certo resta il nodo della carenza nel numero di ispettori civili che al momento stiamo sopperendo grazie alla presenza degli ispettori militari facenti parte del Nil”.
Il settore turistico lamenta carenza di personale, è stata fatta qualcosa in questa direzione?
“Abbiamo da poco firmato una convenzione con Federterziario e l’associazione degli albergatori del Trentino Alto Adige per mandare quest’estate ottanta ragazzi, usciti dalle scuole alberghiere a lavorare presso le loro strutture. L’accordo coinvolgerà, tramite la Federazione, alcune scuole professionali siciliane per favorire l’occupazione e fornire forza lavoro alle strutture alberghiere altoatesine che sono carenti di personale. Noi come Regione penseremo alle spese del viaggio e della formazione linguistica. Con questa esperienza i ragazzi completano la formazione confrontandosi con una realtà avanzata. Un contratto di stage che si potrà trasformare in una possibilità di impiego stabile. Quest’anno verrà attivato a livello sperimentale, dall’anno prossimo lo metteremo a regime. Con quest’accordo intendiamo stimolare un utilizzo innovativo degli strumenti di politica attiva, unendo agli strumenti classici della formazione alla mobilità governata per attuare concretamente il meccanismo di incontro tra domanda e offerta di lavoro”.
Al Sud un giovane su tre non studia e non lavora: quella dei Neet è ormai una piaga. Come uscirne?
“Attraverso il programma Garanzia giovani 2 stiamo dispiegando un corale intervento territoriale in tutta la Sicilia, per consentire la formazione dei giovani sul versante informatico e linguistico. A essi saranno rilasciate le certificazioni riconosciute a livello europeo. Su 203 milioni di euro per sette percorsi formativi, siamo l’unica regione in Italia che li ha messi in campo nella sua totalità. Sono anche partite le attività di tirocinio, per facilitarne l’inserimento lavorativo. In atto più di diecimila giovani sono già stati messi nelle disponibilità dei soggetti attuatori per sviluppare tutti gli interventi formativi e di inserimento dei giovani, va però detto che si continua a registrare un rallentamento della disponibilità del tessuto produttivo che dopo gli effetti pandemici, sta subendo il caro fonti energetiche”.
Sul fronte Reddito di cittadinanza, la politica si è limitata a qualche ritocco ma resta in piedi un assistenzialismo che sta condizionando fortemente le dinamiche del mercato del lavoro, soprattutto giovanili. Lei come la pensa?
“A norme vigenti il sistema potrebbe migliorare se le aziende che hanno necessità di reperire nuove risorse umane si accontentassero di effettuare questa ricerca rivolgendosi ai Cpi, che attraverso il servizio Ido (Incrocio domanda offerta) dotato di apposita piattaforma, potrebbe in parte colmare alcuni effetti prettamente assistenziali.
In Sicilia il 74% delle assunzioni che hanno riguardato donne è part-time secondo l’lnapp (Istituto nazionale per l’analisi delle politiche pubbliche, ndr). Che cosa fare per evitare che le donne restino mere comparse all’interno del mercato del lavoro?
“Sempre all’interno del programma Gol, le donne rappresentano uno dei target, insieme ai giovani e ai disoccupati di lunga durata, su cui concentreremo i servizi di inserimento e reinserimento lavorativo. Per fale questo, oltre alle risorse finanziarie previste, svilupperemo una puntuale rete territoriale di servizi che vedrà il centro per l’impiego punto di raccordo istituzionale tra i soggetti pubblici e privati presenti nel territorio, partendo da un nuovo rapporto con le aziende per facilitare l’ingresso lavorativo delle donne. Inoltre a breve sarà pubblicato l’elenco dei progetti presentati per l’Avviso 31 – Lavoro e impresa artigiana donne, che vedrà l’inserimento di circa cinquecento donne in percorsi formativi e di tirocinio in azienda.”
E per aiutare a conciliare lavoro e maternità?
“Anche sul settore famiglia abbiamo fatto un enorme ventaglio di attività. In primis sostenere la libertà delle donne, investendo sulle infrastrutture sociali. Sugli asili nido, ci sono 34 milioni in favore dei Comuni per realizzare nuove infrastrutture o recuperare quelle esistenti. Poi ci sono altri 14 milioni in favore di soggetti privati. Sul fondo Fsc 2007/2013 abbiamo messo altri 17 milioni di euro per i Comuni destinati a interventi infrastrutturali. La percentuale di disponibilità di asili nido si attestava al 6% e adesso l’abbiamo portata fino al 9%”.