La Manovra 2024 del Governo Meloni prevede importanti novità per quanto concerne i settori delle pensioni e del lavoro. Le nuove regole che sono state concordate in queste settimane introducono, infatti, alcune limitazioni per chi intende uscire “in anticipo” dal lavoro. Queste modifiche riguardano anche l’Ape sociale, abbreviazione di Anticipo Pensionistico.
La norma è stata istituita dall’articolo 1, commi 166 e 167, della legge 11 dicembre 2016, n. 232 (Legge di Bilancio 2017) e permette il prepensionamento, senza alcun onere economico, a favore di determinate categorie di lavoratori.
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Essa viene riconosciuta nel lasso di tempo compreso tra il periodo della data di accesso al beneficio pensionistico e il conseguimento dell’età anagrafica prevista per il trattamento della pensione di vecchiaia, a oggi fissata a 67 anni, così come stabilito dalla Legge Fornero.
L’Ape sociale è stata confermata anche nel 2024 e le categorie di lavoratori che hanno diritto all’accesso sono le cosiddette “fragili”. Possono beneficiare dell’Ape i cittadini che assistono, al momento della richiesta e da almeno sei mesi, il coniuge o un parente di 1° o 2° grado convivente (genitore, figlio) con handicap grave; gli invalidi civili con un grado di invalidità pari o superiore al 74%; i disoccupati e i lavoratori impegnati in compiti gravosi.
Le persone che prestano assistenza possono richiedere Ape sociale per uscire anticipatamente dal mondo del lavoro. Nel dettaglio, i caregiver devono prestare assistenza da almeno 6 mesi a coniugi, persona in unione civile, parente di primo grado convivente con handicap in situazione di difficoltà o parente o affine di secondo grado convivente se i genitori o il coniuge della persona con handicap in situazione di difficoltà hanno compiuto 70 anni o sono anch’essi affetti da patologie invalidanti o se sono deceduti o mancanti. Fino al 2023, al momento della richiesta, i richiedenti hanno dovuto dimostrare almeno 63 anni di età e 30 anni di contributi.
Gli invalidi civili devono presentare un’invalidità pari almeno al 74%. Fino al 2023, al momento della richiesta, i richiedenti hanno dovuto dimostrare di essere in possesso di almeno 63 anni di età e 30 anni di contribuzione.
Può accedere all’Ape sociale chi si trova in stato di disoccupazione per:
Inoltre, non si deve essere percettori dell’indennità di disoccupazione NASpI. Fino al 2023, al momento della richiesta, i beneficiari hanno dovuto dimostrare di essere in possesso di almeno 63 anni di età e 30 anni di contributi maturati.
In questa categoria rientrano quei lavoratori che hanno svolto in Italia, da almeno 7 anni negli ultimi 10 o almeno 6 anni negli ultimi 7, attività lavorative per le quali è richiesto un impegno tale da rendere particolarmente difficoltoso e rischioso il loro svolgimento in modo continuativo. Per questi lavoratori è richiesta una contribuzione di 36 anni, che viene ridotta a 32 per i seguenti:
L’Ape sociale viene erogata mensilmente su 12 mesi nel corso dell’anno ed è pari all’importo della rata mensile della pensione calcolata al momento dell’accesso alla prestazione. L’importo del trattamento non può comunque superare il tetto massimo di 1.500 euro e non è soggetto a rivalutazione.