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App e tv, gli esperti “Non fanno male ai bimbi se i contenuti sono di qualità”

ROMA – App e programmi tv per i bambini, se usati con parsimonia e selezionando con attenzione cosa far vedere, possono essere una risorsa utile a migliorare le capacità linguistiche dei bambini. A trarre queste conclusioni dall’ampia letteratura scientifica in materia pubblicata negli ultimi anni è uno studio pubblicato su Jama Pediatrics, che può rivelarsi utile spunto nel momento in cui milioni di famiglie sono chiuse in casa con i propri figli, con la necessità di contemperare smart working e percorsi educativi. La metanalisi ha preso in esame un totale di 18.905 bambini e bambine che erano stati inclusi in 42 precedenti studi sul tema.

L’età media in cui è stato misurato l’esposizione ai monitor di smartphone, tv e tablet è stata di 36 mesi. I bambini che hanno trascorso più ore di tempo davanti al monitor e quelli che hanno iniziato molto precocemente avevano abilità linguistiche inferiori. Tuttavia, una migliore qualità dell’uso dello schermo, inclusa la visione di programmi educativi e la co-visione insieme al genitore, era associata ad abilità linguistiche migliori.

“I risultati di questa meta-analisi supportano le raccomandazioni dell’American Academy of Pediatrics”, scrivono i ricercatori, che consigliano di non esporre i bimbi ai monitor prima dei 18 mesi e di limitarlo a un ora al giorno per quelli di età compresa tra 2 e 5 anni. Sempre assicurandosi della qualità dei programmi che si mostrano.