Non si è fatta attendere l’invettiva di Gianfranco Miccichè a Renato Schifani durante la seduta dell’Ars di stamattina, nel corso della quale il presidente della Regione Siciliana ha presentato le linee programmatiche di Governo.
Si è trattato del primo confronto diretto tra i due leader azzurri dopo la scissione avvenuta in seno all’ala siciliana di Forza Italia, con la creazione di due distinti gruppi all’interno del Parlamento siciliano.
“Presidente Schifani, le do alcune notizie: la prima è che io sto in maggioranza. Non ci tentate più di mandarmi all’opposizione perché non ci riuscite. Perché io sono stato votato da gente di Centrodestra, ho fatto campagna elettorale insieme a lei”, ha sottolineato Miccichè.
“Certo – ha aggiunto il forzista – posso accettare che lei abbia deciso di restringere la sua maggioranza facendo a meno di una parte importante? Facendosi capo corrente di un partito?”.
“Il presidente deve essere padre nobile, non può essere capo corrente. Forza Italia – prosegue – può stare fuori dal Governo regionale con un presidente di Forza Italia? Io la prego di ragionare con la sua testa, che funziona molto bene”.
“Noi non ne vogliamo assessorati e non siamo qui a pietire assessorati. Ci va benissimo il lavoro di controllo, che faremo senza pietà e per il bene della Sicilia sul quale le garantisco che non le faremo sconti“, ha ribadito Miccichè.
Poi una critica all’ex vicepresidente e assessore all’Economia Gaetano Armao: “Siamo in una terra che viene da cinque anni di presa per il c… continua. Anche se non lo amo molto, io ho fiducia nell’assessore Marco Falcone: è più serio del precedente e non racconterà a quest’Aula tutte quelle minchiate che sono state raccontate da Armao”, ha detto Miccichè.