Con l’approvazione del Nadef potrebbero arrivare dall’1 gennaio 2024 una rivalutazione dell’assegno unico con nuovi aumenti dovuti in buona parte all’inflazione galoppante.
Non c’è ancora nessuna certezza, ma di sicuro a breve si avranno novità ed è chiaro che gli importi e le tabelle per il 2024 dovranno tenere conto del diminuito potere d’acquisto delle famiglie.
La rivalutazione dell’assegno unico – o di qualsiasi sussidio o sostegno al reddito erogato dall’Inps, comprese le pensioni – prevede che gli importi vengano in qualche modo scelti anche in base all’andamento dell’inflazione e dei prezzi al consumo. Annualmente, infatti, l’ISTAT fissa una percentuale da applicare alle singole agevolazioni in base all’andamento dei prezzi.
Naturalmente, quando i prezzi aumentano – soprattutto se si parla di beni di prima necessità – si stabilisce la necessità di un aumento dei sostegni statali. Dato che il 2023 è stato letteralmente “disastroso” sul fronte dell’inflazione e la povertà dilaga tra le famiglie italiane, si prevede che nel 2024 le cifre di uno dei bonus INPS più importanti – l’assegno unico – subisca delle variazioni con un aumento degli importi.
A quanto ammonteranno gli aumenti dell’assegno unico nel 2024, dopo la rivalutazione? Secondo le stime, considerando l’attuale tasso di inflazione, gli importi cresceranno del 5,3% circa. La percentuale non è definitiva e potrebbe cambiare in caso di auspicata ripresa economica e di calo dei prezzi nel trimestre finale del 2023 (durante il quale, tra l’altro, sarà attivo il Patto anti-inflazione del Governo Meloni).
L’importo di base dell’assegno unico, se la rivalutazione fosse al 5,3%, non sarebbe più 189,20 euro ma 199,20 circa, con un aumento di 10 euro. Per i 150 euro al mese spettanti alle famiglie con almeno 4 figli a carico non è prevista al momento alcuna rivalutazione.
Per l’assegno unico, potrebbe cambiare nel 2024 anche la soglia massima di ISEE per richiederlo che potrebbe salire fino a un massimo di circa 45mila euro. Per maggiori certezze, però, bisognerà attendere e fare affidamento alle tabelle pubblicate dall’Inps a fine anno.
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