AUGUSTA (SR) – I recenti progetti edilizi e commerciali che interessano le zone F, in base al piano regolatore vincolate alla esclusiva realizzazione di opere di interesse generale, sono stati al centro di una conferenza pubblica organizzata dall’associazione Piano Terra. All’incontro, svoltosi presso la sede dell’associazione, hanno preso parte il presidente di Piano Terra, Andrea Tringali, Enzo Parisi di Legambiente Augusta, ed il portavoce del coordinamento Punta Izzo Possibile, Gianmarco Catalano.
I lavori sono stati moderati dal giornalista, Carmelo Di Mauro. Gli interventi hanno preso il via dalla decisione della giunta comunale megarese, con delibera n.13 del 26 gennaio, di consentire la realizzazione di un ristorante, appartenente a una nota catena americana di fast food, in un’area comunale destinata a verde pubblico.
L’area in oggetto, sita in corso Sicilia angolo via Aldo Moro nel quartiere Borgata, è classificata dal piano regolatore comunale come zona per attrezzature e impianti di interesse generale (zona F). Per tale motivo Legambiente e Natura Sicula, hanno diffidato l’Amministrazione comunale alla revoca in autotutela della delibera di giunta con la quale è stata concessa alla multinazionale americana la suddetta area. L’amministrazione comunale ha replicato che la proposta progettuale di realizzare il fast-food è conforme allo strumento urbanistico.
Di conseguenza Natura Sicula, sostenuta da Legambiente, ha impugnato dinnanzi al Tar di Catania, chiedendone l’annullamento, la delibera di Giunta municipale. Il Comune per resistere al ricorso ha nominato un proprio legale di fiducia.
“Nelle zone F – ha spiegato Enzo Parisi – ogni iniziativa è riservata alla Pubblica amministrazione ed è esclusa la realizzazione di attività commerciali che, a differenza dei mercati, non soddisfano un interesse pubblico ma un interesse lucrativo privato”.
“In quell’area – ha aggiunto Parisi – alla fine degli anni ‘90 è stato realizzato dall’amministrazione di allora un giardino ove sono state piantate delle palme. Attualmente l’area non è abbandonata ma trascurata e necessita di un ripristino. La scelta di costruire il fast food contravviene alla normativa europea, nazionale e regionale di zero consumo di suolo”.
“Augusta è quasi priva di parchi pubblici – ha detto Gianmarco Catalano mostrando delle diapositive -. Vi sono alcuni progetti tesi a sottrarre altre zone F ad un utilizzo pubblico a favore di usi commerciali. Mi riferisco a due aree su cui siamo intervenuti con delle osservazioni presentate al comune: la prima vicino al cimitero, in contrada Pezza Grande, dove il comune ha dato il via libera al progetto di un supermercato di 1880 m2 all’interno della zona di rispetto. La seconda, in zona Scardina, su cui si vorrebbe realizzare un centro commerciale. Il Comune si deve ancora dotare di un Piano urbanistico commerciale e dovrebbe avviare una pianificazione generale, con la partecipazione dei cittadini e delle associazioni, che portino avanti opere di interesse collettivo e di tutela ambientale”.
“Il territorio di Augusta presenta un eccesso di abitazioni eccedente il numero di residenti – ha concluso Parisi -. Abbiamo bisogno di un piano urbanistico generale che de-cementifichi e restituisca aree alla collettività per un assetto del territorio resiliente. Tutte queste zone F un tempo erano saline poi colmate. Zone argillose che bisogna recuperare e ri-naturalizzare per impedire che si allaghino così come avviene oggi e per garantire la sicurezza delle persone che vi risiedono”. All’incontro, pur essendo stati invitati, non hanno preso parte il sindaco, Giuseppe Di Mare, e l’assessore all’Urbanistica, Angelo Pasqua.