Augusta, l’ipotesi fast food finisce davanti al Tar - QdS

Augusta, l’ipotesi fast food finisce davanti al Tar

Luigi Solarino

Augusta, l’ipotesi fast food finisce davanti al Tar

martedì 29 Marzo 2022

Gli ambientalisti hanno presentato ricorso in merito alla concessione di un’area verde comunale a una catena di ristoranti: “Ennesima inutile colata di cemento”

AUGUSTA (SR) – Si fa sempre più acceso il dibattito sulla realizzazione di un ristorante di una nota catena di fast-food ad Augusta.

L’argomento è stato al centro di un Consiglio comunale monotematico richiesto da nove consiglieri di minoranza che hanno mosso critiche alla decisione della Giunta comunale di deliberare la realizzazione del ristorante in un area verde nel quartiere Borgata.

Nel corso della seduta il responsabile del settore urbanistica, Massimo Sulano, ha detto che “La proposta progettuale di realizzare il fast-food è conforme allo strumento urbanistico in quanto l’area in oggetto è destinata dal piano regolatore ad attrezzature di interesse comune ed impianti di carattere collettivo siano essi pubblici o privati. Di conseguenza non è necessario effettuare alcuna variante al piano regolatore”.

Il segretario comunale, Sebastiano Marano, ha affermato che “La decisione presa dalla giunta è legittima e non necessita dell’approvazione del Consiglio comunale in quanto l’articolo 42 del Testo unico enti locali non si applica in Sicilia, essendo quest’ultima regione a statuto speciale, ma al suo posto viene applicato l’articolo 141 del Testo coordinato”.

I consiglieri di opposizione hanno ribadito la loro contrarietà alla realizzazione del fast-food in quanto nell’area in oggetto erano state piantate dallo stesso Comune, tra fine anni ’90 e primi anni 2000, delle palme ed altre specie arboree e pertanto si tratta dell’ennesima cementificazione di un territorio che già dispone di poche aree verdi. I consiglieri hanno anche criticato il fatto che l’affidamento è avvenuto in assenza di procedura di gara ad evidenza pubblica, e si è passati dalla manifestazione a finalità esplorative alla consegna dell’area.

La decisione della Giunta comunale è stata criticata anche dalle Associazioni ambientaliste Legambiente e Natura Sicula che non sono state invitate a partecipare alla seduta del civico consesso.

“Natura Sicula per salvare il giardino pubblico di corso Sicilia dalla cementificazione, preservando una delle ultime aree verdi alberate della Borgata di Augusta, assistita dall’avvocato Sebastiano Papandrea, ha impugnato dinnanzi al Tar di Catania, chiedendone l’annullamento, la delibera di Giunta municipale che consegna ad una catena di fast-food il terreno comunale adiacente al Palajonio per la realizzazione di un ristorante con parcheggi e servizio drive”.

Lo ha reso noto il presidente di Natura Sicula, Fabio Morreale, che ha aggiunto: “Il progetto della catena di fast-food, sprovvisto tra l’altro delle necessarie e preventive valutazioni ambientali, prevede infatti la totale cementificazione dell’area comunale previa ‘rimozione della vegetazione’, ossia degli alberi ad alto fusto e del boschetto a ‘palma nana’ che compongono il giardino”.

Consumare in maniera irreversibile il superstite suolo inedificato, anziché recuperare edifici abbandonati, – ha proseguito Morreale – appartiene a un’insostenibile tradizione di politica urbanistica che è necessario relegare al passato per conservare, difendere e valorizzare le rimanenti risorse naturali e paesaggistiche ‘anche nell’interesse delle future generazioni’, come ci ricorda l’art. 9 della nostra Costituzione”.

“Con questo ricorso al Tar, – ha concluso – Natura Sicula intende scongiurare l’ennesima inutile ‘colata di cemento’ in un territorio, quello di Augusta, che ha estremo bisogno di spazi aperti e ‘polmoni verdi’ per compensare l’espansione edilizia e industriale e innalzare la qualità della vita dei cittadini”.

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