Il presidente del Consiglio Mario Draghi continua a sollecitare Bruxelles affinché venga fatto il possibile per contenere i rincari in tema di energia, appesantiti dal conflitto in Ucraina e in aumento da 4 mesi.
“Quello che sta succedendo – spiega Draghi – è che, da un’inflazione che dipendeva essenzialmente dall’energia, ora l’inflazione dipende anche da altre cose. Cioè gli aumenti nel prezzo dell’energia, come è successo, a proposito di gente dalla memoria corta, come è successo sempre, negli anni 70″.
“Ogni volta che c’è stato un forte, protratto aumento di prezzo di una materia fondamentale nella produzione, pian piano questi aumenti si spargono e diventano a loro volta aumenti nei prezzi di altri beni”, aggiunge.
“C’è un numero – prosegue – che è stato dato dalla presidente della Commissione: il 70% dei beni che sono presenti nell’indice dei prezzi e dei beni che vengono acquistati dalla gente ha avuto aumenti di prezzo, a seguito dell’aumento di prezzo dell’energia. Quindi, è necessario agire subito“.
In occasione dell’Eurosummit la presidente della Bce Christine Lagarde, Draghi non ha fatto “commenti sul fronte della politica monetaria. Oggi però, l’energia conta ancora per il 40% di questi aumenti“.
“Quindi, se noi riusciamo a far qualcosa su quel fronte, otteniamo anche un progresso in termini di riduzione o contenimento dell’inflazione. E quindi otteniamo anche un progresso in termini di contenimento del rialzo dei tassi di interesse. E’ per questo che io ho chiesto che si agisse subito su questo fronte”, conclude.