In Sicilia è record nazionale di inflazione. A subire maggiormente l’aumento dei prezzi su base annua sono soprattutto Catania, Messina e Palermo. Aumentano le bollette, il costo dei generi alimentari e dei trasporti. E per molti siciliani – già provati dalla crisi, dalla pandemia e dal gap Nord-Sud – la sopravvivenza diventa una sfida quotidiana.
Nel mese di febbraio 2022, si stima che l’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività (NIC), al lordo dei tabacchi, registri un aumento dello 0,9% su base mensile e del 5,7% su base annua (da +4,8% del mese precedente), confermando la stima preliminare.
L’accelerazione dell’inflazione su base tendenziale è dovuta prevalentemente ai prezzi dei beni energetici (la cui crescita passa da +38,6% di gennaio a +45,9%), in particolare a quelli della componente non regolamentata (da +22,9% a +31,3%), e in misura minore ai prezzi dei beni alimentari, sia lavorati (da +2,2% a +3,1%) sia non lavorati (da +5,3% a +6,9%); i prezzi dei Beni energetici regolamentati, anche nel mese di febbraio, risultano quasi raddoppiati rispetto allo stesso mese del 2021 (stabili a +94,6%).
L’“inflazione di fondo”, al netto degli energetici e degli alimentari freschi, accelera da +1,5% a +1,7% e quella al netto dei soli beni energetici da +1,8% a +2,1%. Su base annua accelerano in misura ampia i prezzi dei beni (da +7,0% a +8,6%), mentre rimangono stabili quelli dei servizi (a +1,8%); si allarga quindi il differenziale inflazionistico negativo tra questi ultimi e i prezzi dei beni (da -5,2 punti percentuali di gennaio a -6,8).
Accelerano sia i prezzi dei beni alimentari, per la cura della casa e della persona (da +3,2% di gennaio a +4,1%) sia quelli dei prodotti ad alta frequenza d’acquisto (da +4,3% a +5,3%).
L’aumento congiunturale dell’indice generale è dovuto, per lo più, ai prezzi dei beni energetici non regolamentati (+8,3%) e in misura minore a quelli dei Beni alimentari non lavorati (+1,7%), dei Beni durevoli (+0,8%) e degli Alimentari lavorati (+0,4%).
L’inflazione acquisita per il 2022 è pari a +4,3% per l’indice generale e a +1,3% per la componente di fondo. L’indice armonizzato dei prezzi al consumo (IPCA) aumenta dello 0,8% su base mensile e del 6,2% su base annua (da +5,1% di gennaio), confermando la stima preliminare.
L’indice nazionale dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati (FOI), al netto dei tabacchi, registra un aumento dell’1,0% su base mensile e del 5,6% su base annua.
Ma se a livello nazionale l’incremento dei prezzi nel mese di febbraio 2022 è del 5,7% rispetto a gennaio 2021, in Sicilia raggiunge addirittura il 6,8%. L’Isola registra il record nazionale. Al secondo posto il Trentino Alto Adige con il 6,5% e poi la Liguria con il 6,4%.
La città con l’inflazione più alta è Catania, con un rincaro dei beni del 7,4%, quasi due punti percentuali in più rispetto alla media nazionale. Seguono Messina e Palermo con il 6,9%. Un dato allarmante soprattutto se letto alla luce del reddito pro capite, che al Sud è pari ai due terzi della media nazionale.