Politica

Autonomia, un’altra fumata nera. Lezzi: “No a disunità del Paese”

PALERMO – Il Governo nazionale procede a rilento sull’autonomia differenziata. Dopo le riunioni del 3 luglio scorso e di ieri che si sono concluse con un nulla di fatto, si terrà domani un nuovo vertice a Palazzo Chigi dove il premier Conte e i due vice e i ministri interessati cercheranno di trovare la quadra. I nodi da sciogliere sono ancora molti. In particolare, il Movimento Cinquestelle non sarebbe d’accordo sul cosiddetto costo medio, ma anche sulla Vas, (Valutazione ambientale strategica), su sovrintendenze, autostrade, ferrovie, porti e scuole.

Forte è il malumore dei governatori interessati di Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna, che già nei giorni scorsi non hanno mancato di sottolineare il loro disappunto per i continui rinvii. Nonostante Massimiliano Romeo, capogruppo della Lega al Senato, abbia assicurato che il provvedimento sull’autonomia differenziata arriverà in Consiglio dei Ministri entro la metà di luglio, il governatore del Veneto Luca Zaia avverte che non solo si riserverà di valutare la bozza del Governo, ma che non intende accettare o firmare accordi al ribasso. Zaia osserva che “ci sono ancora punti in sospeso sulle sovraintendenze, le concessioni autostradali e aeroportuali, le valutazioni di impatto ambientale, la scuola. Staremo a vedere quale sarà il punto di caduta”.

E quindi fa appello al Movimento Cinque Stelle di approfittare dell’opportunità che “la storia sta servendo su un piatto d’argento”. Molto chiaro il punto di vista del Ministro per il Sud Barbara Lezzi. “La nostra linea rossa sulle autonomie riguarda il Fondo di perequazione e i Livelli essenziali delle prestazioni. Nel nostro Paese esistono dei divari inaccettabili che si sono accumulati nel corso degli ultimi decenni. Con le autonomie, così come erano state richieste, si sarebbero cristallizzati e accentuati”.

Il ministro ha aggiunto che “Durante la riunione della scorsa settimana si era concertato sul Fondo di perequazione, che deve essere alimentato da un eventuale surplus delle Regioni che chiedono l’autonomia. Ma la questione non è stata inserita nell’accordo scritto e quindi il testo va rivisto. Per i fabbisogni standard Lezzi ha detto che “È importante creare una sorta di sistema comune perché nel momento in cui si concede l’autonomia a tre Regioni, e ci sono delle altre che possono decidere di chiederla, non possiamo far finta di niente e rischiare di creare una disunità nel Paese”.

Critica Forza Italia che paventa lo stravolgimento della riforma in Aula da parte dei Cinquestelle che per ora fanno buon viso a cattiva sorte.