MESSINA – Dall’ultimatum della Regione ai decreti del governo nazionale, l’imperativo categorico è abbattere le liste d’attesa.
Nella provincia di Messina le aziende sanitarie stanno mettendo in campo una serie di strategie per smaltire la notevole mole di richieste. Si lavora in emergenza, come ha ricordato Giuseppe Cuccì, Commissario straordinario Asp, che ha attivato il piano dei 100 giorni per dare risposte immediate ai casi prioritari entro settembre.
Dopo questa fase si dovrà intervenire in modo strutturale sull’organizzazione in modo che non succeda più che si debba aspettare molti mesi per visite ed esami urgenti, e anni per quelle di approfondimento.
Purtroppo è ancora così: per fare qualche esempio ci vogliono 612 giorni per una visita endocrinologica e 354 giorni per quella pneumologica. I dati dell’Asp: dei 185 casi urgenti prenotati dal primo gennaio al 30 aprile restano in attesa 31 pazienti. Entro pochi giorni, viene ribadito dai vertici, si dovrebbe concludere questa prima fase, quindi si affronteranno i 15 mila casi che rientrano in una casistica diversa e ai 500 interventi chirurgici in attesa.
Sono stati pubblicati due atti di interpello per medici interni che potranno agire in regime straordinario con un compenso di 100 euro l’ora e 2700 euro complessivi per lo staff dell’equipe. Per chi si prenota adesso non sembra cambiato ancora nulla, la novità sta nel fatto che agli operatori del sovracup è stato detto di specificare agli utenti che la data assegnata per la prenotazione è solo indicativa e che saranno ricontattati.
L’Asp è capofila di un Piano che coinvolge tutte le aziende sanitarie messinesi, dall’Aou Martino al Papardo. Si prevede una spesa, per le strutture di diretta competenza dell’Asp, di circa tre milioni di euro. Le linee strategiche sono l’aumento dei tempi per effettuare le visite con apertura degli ambulatori dal lunedì alla domenica, l’implementazione delle attività dei professionisti che già lavorano nel pubblico, il coinvolgimento de medici dii medicina generale.
Prosegue anche per l’Azienda ospedaliera universitaria l’impegno sul piano di abbattimento delle liste d’attesa, concentrato per il momento al 2023. In 15 giorni sono stati richiamati mille pazienti per visite ambulatoriali, circa il 15% di prestazioni che dovevano essere eseguite lo scorso anno. Le diverse unità operative hanno messo a disposizione personale dedicato alle operazioni di re-call e ogni giorno si prosegue a chiamare per smaltire la lista di pazienti, circa l’85%, ancora da recuperare.
Per l’area radiologica sono già stati contattati tutti i pazienti con esame di risonanza magnetica e Tac del 2023 e si sta procedendo con la lista del 2024. Intanto però molte dinamiche nella vita degli utenti sono cambiate e non sempre in positivo.
È significativo che 216 persone hanno rinunciato ad anticipare l’esame e hanno preferito mantenere la data precedentemente fissata. Per la parte chirurgica su 2312 interventi del 2023, 213 sono stati ricoverati e di questi, 52 operati in abbattimento liste, 1449 sono in programmazione per l’operazione ma in 650 hanno rinunciato all’intervento.
Nello svolgimento delle attività di recupero si tiene conto dei giorni trascorsi dalla data di inserimento in lista d’attesa, delle classi di priorità clinica e, soprattutto per l’attività chirurgica, delle prestazioni per le quali vi è un elevato indice di fuga. “Abbiamo effettuato più incontri coinvolgendo i direttori dei Dipartimenti – afferma la Rettrice Giovanna Spatari – proprio per condividere la linea da adottare per ridurre i tempi di attesa. È chiaro che si tratta di un tema complesso ma stiamo cercando al tempo stesso di pianificare attività che possano cambiare alcune modalità di lavoro per favorire un’organizzazione complessiva migliore”.
Anche per il manager dell’Aou Giorgio Giulio Santonocito, bisogna lavorare per migliorare alcuni aspetti organizzativi interni che in ambito ospedaliero possono favorire processi più snelli per accelerare le procedure di ricovero e l’esecuzione delle operazioni chirurgiche.
Sono state recuperate in una settimana 400 prestazioni, dimezzati i casi urgenti, passando da 60 agli attuali 43. I casi che attendevano in coda a fine 2023 erano 7000, sono diventati 2913 nei primi mesi del 2024, ne restano ancora 2065.
Vengono effettuate circa 850 prestazioni alla settimana e gli interventi chirurgi in attesa sono passati da 470 a 150. In poche settimane l’azienda Papardo conta di smaltire l’intero arretrato dei prenotati sino a fine aprile.