BALESTRATE (PA) – Il dissesto finanziario del Comune è ormai una certezza: lo ha detto il neo assessore al Bilancio Nicolò Benfante, nominato nei giorni scorsi dal sindaco Vito Rizzo. La scelta di Benfante non è un caso, ma nasce proprio dall’intenzione di avere un uomo al comando in grado di guidare l’Ente locale verso questo traumatico epilogo, considerato che ci si è resi conto che non esistono più strade alternative.
I tentativi fatti per trovare la strada del riequilibrio sono stati tanti, non ultima la convenzione con l’Ifel, fondazione istituita dall’Anci (Associazione nazionale dei Comuni) per assistere gli Enti locali in materia di finanza ed economia locale. Benfante è proprio un esperto dell’Ifel e aveva quindi avuto già occasione di studiare da vicino la situazione di Balestrate: “Una situazione a me nota – ha spiegato – visto il lavoro già svolto con l’Ifel. Purtroppo ci siamo resi conto che i dettami dati al Municipio, con suggerimenti legati alla carenza personale e ai vari ritardi accumulati, non si potevano più perseguire. Quindi il Piano di riequilibrio non è una strada percorribile”.
Benfante ha già fissato il cronoprogramma da seguire e gli obiettivi da raggiungere: intanto approvare il Consuntivo del 2022; subito dopo avviare l’iter con il Collegio dei revisori per procedere verso la dichiarazione di dissesto. “Purtroppo – ha sottolineato l’assessore al Bilancio – basandoci sugli ultimi sette anni di rendiconti, sulla base delle misure correttive imposte, non ci sono le condizioni iniziali. Il fondo contenzioso è sempre crescente e i debiti fuori bilancio sono lievitati negli ultimi anni. Ci siamo raccordati con il sindaco, l’unica alternativa è il dissesto per potere ridare un senso alla programmazione dell’ente”.
I tempi non dovrebbero essere lunghi e la dichiarazione di dissesto non dovrebbe farsi attendere più di qualche mese: “Dopo l’approvazione del Rendiconto 2022 in Consiglio – ha spiegato ancora Benfante – in tre mesi circa si passerà alla dichiarazione del dissesto finanziario”.
Il disavanzo è stato in passato documentato dall’opposizione in Consiglio comunale, passando da 1,8 milioni di euro a 5,7 milioni nel 2022 cui si sono sommati altri debiti fuori bilancio per circa 3 milioni di euro. Il sindaco Rizzo ha parlato di una situazione finanziaria resa difficile già prima del suo avvento, in particolare a disavanzi tecnici risalenti al 2013 e al 2015 che hanno indebitato il Comune per circa 3,5 milioni. A pesare anche una serie di cause risalenti a un decennio fa, e anche prima, derivanti in particolar modo dalla gestione del servizio rifiuti con l’ex Ato Palermo 1.
In una nota congiunta, i consiglieri comunali di minoranza hanno affermato con forza, nei mesi scorsi, la necessità dell’intervento della Corte dei Conti, in modo da far luce sul reale stato delle casse comunali e sulla gestione dell’Amministrazione. Il sindaco Rizzo ha però rispedito le accuse al mittente, evidenziando come si stesse cercando di gestire una situazione complessa garantendo tutti i servizi obbligatori, a partire dai servizi sociali, e lavorando a tutta una serie di finanziamenti. Sempre a detta del sindaco, negli ultimi anni sarebbe stato avviato un sistema virtuoso che ha nettamente migliorato la riscossione dei tributi, con importanti risultati. Il nuovo sistema avrebbe portato, nel 2023, a incassi nettamente maggiori rispetto all’ultimo decennio. Ma evidentemente anche questo non è bastato.