CATANIA – Degradato e fatiscente, è strappato alla criminalità organizzata da anni e finalmente sarà restituito alla città. Si appresta a cambiare volto l’immobile di viale Castagnola 3, nel quartiere di Librino, dopo anni di completo abbandono: la giunta comunale guidata dal sindaco di Catania, Enrico Trantino, lo scorso luglio ne ha deliberato la riqualificazione per farne uno spazio aggregativo di prossimità per i minori a rischio. Che a Librino sarebbero di più che in tutto il resto della città.
L’immobile, che ricade nel “piano di zona Librino”, è stato confiscato alla criminalità organizzata e trasferito al patrimonio indisponibile del comune di Catania lo scorso 7 febbraio del 2020; nel febbraio del 2022 è stato poi presentato il progetto di fattibilità tecnica ed economica di manutenzione straordinaria per un importo complessivo di 211 mila euro finanziati nell’ambito del Pnrr.
Lo si legge nella delibera stessa che, firmata dal direttore dei lavori pubblici, Fabio Finocchiaro, e illustrata dall’assessore alle Politiche comunitarie, Sergio Parisi, è stata pubblicata sul sito istituzionale del Comune di Catania insieme al progetto esecutivo.
Nel quale emergono i dettagli dell’operazione, resa possibile grazie ai finanziamenti del Pnrr e, in particolare, dei fondi previsti dalla Missione 5 – inclusione e coesione – per interventi speciali per la coesione territoriale”: l’immobile si trova infatti all’interno di una delle realtà più problematiche di Catania, “che ha una popolazione complessiva pari, nel 2020, a 60.339 unità”, come dichiarato, circa il 19% di quella complessiva di Catania.
Non solo: “il suddetto quartiere – continua il documento – vive una vera e propria emergenza sociale ed educativa, caratterizzata da un’alta percentuale di abbandono scolastico”. Per questo, “l’intervento ha come obiettivo di rispondere alla grave emergenza della povertà educativa e della devianza minorile”.
Una volta completati i lavori, lo spazio aggregativo sarà gestito da uno o più organismi del terzo settore selezionati attraverso apposita procedura aperta: “offrirà servizi di supporto scolastico, sviluppo delle competenze trasversali dei minori, laboratori, attività di supporto alla genitorialità e dovrà integrarsi con gli altri servizi rivolti ai minori ai giovani del quartiere” –si specifica nel progetto.
Il cui fine, si legge ancora, “è quello di intervenire in piccola parte alla riqualificazione del quartiere di Librino che vive una vera e propria emergenza sociale ed educativa”. Una condizione evidenziata da alcuni fattori, veri e propri dati spia elencati nel documento, quali “l’alta percentuale di abbandono scolastico, l’altro numero di minori sottoposti a provvedimenti penali, atti di vandalismo contro i beni pubblici, violenza domestica, gravidanze precoci, disoccupazione di lungo termine a alta percentuale di Neet, quei giovani che non studiano, non lavorano e non hanno alcuna occupazione, “in numero assai più alto che in altre parti della città”.
Attualmente, l’edificio appare in evidenti condizioni critiche: “si presenta il completo stato di abbandono – si sottolinea ancora nella progettazione – ed è utilizzato come discarica, degradato a causa di infiltrazioni d’acqua e la pavimentazione è totalmente ricoperta dai rifiuti”.