Messina

Taormina, un bilancio da “tempi di guerra”

TAORMINA (ME) – Un bilancio da “tempi di guerra”. È il termine che l’Amministrazione comunale guidata dal sindaco Mario Bolognari ha più volte utilizzato per definire la propria contabilità in questo sciagurato anno colpito dall’emergenza pandemica.

In tale scenario, è stato approvato nei giorni scorsi dalla Giunta il Bilancio di previsione del 2020, insieme al pluriennale fino al 2022, che è passato adesso al vaglio del Consiglio comunale per l’approvazione finale, che non dovrebbe tardare ad arrivare entro la fine dell’anno. La corsa contro il tempo, intrapresa due anni fa dall’attuale maggioranza, affinché il Comune approvasse i bilanci delle annualità rimaste indietro e si rimettesse in riga rispettando i termini di approvazione previsti dalla legge, purtroppo si è bruscamente interrotta la scorsa primavera, con la caduta del Paese in lockdown e le conseguenti ricadute negative per l’economia della città.

Dopo l’approvazione del Rendiconto del 2018 – arrivata a fine settembre – e adesso quella imminente del Bilancio 2020, Palazzo dei Giurati punta così a rimettersi in marcia nel 2021, per rientrare nei parametri statali e accedere anche a importanti risorse tutt’ora bloccate.

Emergenza sanitaria a parte, la Perla dello Ionio era già un Comune economicamente deficitario che, per ripianare debiti fuori bilancio per circa 18,4 milioni di euro (di cui 11,8 milioni risalenti addirittura a prima del 2001), da due anni a questa parte è sottoposto a un Piano di riequilibrio finanziario. Situazione che non soltanto ha privato il Comune della possibilità di chiedere anticipazioni di liquidità al Governo, consentite dai vari decreti rilancio, ma che blocca anche alcuni trasferimenti statali in mancanza di bilanci approvati nei tempi previsti dalla legge. Ci sono, in particolare, più di 4 milioni di euro fermi al ministero dell’Interno, che Taormina potrà incassare soltanto dopo aver approvato il Bilancio di previsione 2020 e il Consuntivo 2019. Altro stop riguarda anche l’impossibilità del Comune di poter fare nuove assunzioni, nonostante la pianta organica sia pesantemente sotto numero, soprattutto sul fronte della Polizia locale.

Ecco intanto il Previsionale di quest’anno, dunque, che come “bilancio da guerra” rispecchia sicuramente una situazione non felice per le casse taorminesi. Un bilancio del valore di 48 milioni di euro, dove a dispetto di quanto previsto negli anni precedenti, le spese correnti continuano a salire a sfavore di quelle per gli investimenti. Nel 2020 sono state superiori a 31 milioni di euro, mentre appena 2,9 milioni sono andati in conto capitale: una differenza di oltre 28 milioni di euro che vengono a mancare allo sviluppo. Non sarà facile riprendersi, anche nei prossimi anni, visto che è previsto un considerevole aumento del divario nel 2021, che poi potrebbe solo leggermente migliorare nel 2022. Rimangono insomma delle criticità importanti, caratterizzate soprattutto dalla presenza di residui attivi altissimi, procedimenti di esecuzione forzata e anticipazioni di cassa fuori parametro, quest’anno vicine ai 6 milioni di euro.

Taormina, in particolare, si porta dietro una cronica e pluriennale difficoltà nel riscuotere i tributi. Mancherebbero all’appello circa 21,2 milioni di euro, per la maggior parte riconducibili a Imu e Tasi (12,4 milioni), servizio idrico (2,7 milioni) e Tari (1,8 milioni). Questo porta alla presenza incontrollata dei residui in bilancio. Per tentare di migliorare la situazione e recuperare le somme, l’Amministrazione sta mettendo a bando l’esternalizzazione della riscossione coattiva dei tributi. Una manovra per cercare di arrivare, finalmente, laddove gli uffici comunali non sono fin ora stati in grado di giungere. Il servizio, del valore di almeno quattro milioni e mezzo di euro, verrà appaltato per cinque anni con possibilità di rinnovo biennale.

Twitter: @MassimoMobilia