Cronaca

Bimba uccisa a Catania, il racconto di Martina Patti al Gip: “Ero girata, non volevo guardare”

Una donna “lucida e calcolatrice”. Nonostante il tentativo di far credere di aver agito senza una piena consapevolezza “potrebbe darsi alla fuga”. Mentre la piccola Elena Del Pozzo è stata “vittima di una morte violenta particolarmente cruenta e anche lenta. Ha scritto anche questo il giudice delle indagini preliminari di Catania Daniela Monaco Crea nelle 15 pagine dell’ordinanza cautelare in carcere emessa nei confronti della 23enne Martina Patti, per l’omicidio premeditato aggravato e l’occultamento di cadavere della figlia di 5 anni, Elena del Pozzo.

I funerali per la piccola Elena, celebrati in Cattedrale a Catania: la diretta web della Diocesi

I funerali della bimba uccisa saranno celebrati domani pomeriggio in Cattedrale Catania. La Celebrazione delle esequie sarà trasmessa in diretta nei canali di Youtube e Facebook della Diocesi di Catania”.

Convalida ordinanza cautelare in carcere per Matina Patti, le motivazioni del gip

Martina Patti, nonostante il tentativo di “lasciar credere di avere agito senza una piena consapevolezza”, è una donna “lucida e calcolatrice” e se non arrestata “potrebbe darsi alla fuga” E la piccola Elena, “vittima di una morte violenta particolarmente cruenta e anche lenta”, è stata uccisa da una donna che in tutte le fasi dell’omicidio “deve essere stata necessariamente nel pieno delle sue facoltà”, trovandosi “in condizioni fisiche e psichiche idonee all’agire. Sull’omicidio della piccola Elena e il modus operandi della madre, ne ha parlato anche la criminologa Roberta Abbruzzone in una recente intervista rilasciata al Quotidiano di Sicilia.

Il momento dell’omicidio della figlia: “Ero girata, non volevo guardare”

Stralci del provvedimento sono riportati dal Corriere della sera e da La Sicilia. Al Gip la donna dice di ricordare che “ho portato Elena in questo campo e le ho fatto del male e non ricordo altro” e di avere “una cosa lunga tipo un coltello, non ricordo dove l’ho preso, non so perché ce l’avevo”. E sul momento in cui colpisce la piccola rivela “Non ricordo bene, perché ero girata e non volevo guardare”.

Il gravissimo delitto

“Perché uccidere un figlio in tenera età – scrive il Gip – e, quindi indifeso, oltre a integrare un gravissimo delitto, è un comportamento innaturale, ripugnante, eticamente immorale, riprovevole e disprezzabile, per nulla accettabile in alcun contesto… indice di un istinto criminale spiccato e di elevato grado di pericolosità”.

Martina Patti non ha mostrato segni di pentimento

Il giudice sottolinea che Martina inoltre non ha manifestato segni di pentimento: “ha inscenato il rapimento con estrema lucidità e non ha manifestato segni di ravvedimento e pentimento. Tutti elementi che denotano una particolare spregiudicatezza, insensibilità, assoluta mancanza di resipiscenza”.

I “Non ricordo” di Matina Patti

Nell’ordinanza ci sono i diversi “non ricordo” pronunciati dalla donna: “non ricordo cosa sia passato nella mia mente quando ho colpito mia figlia, anzi posso dire che non mi è passato nessun pensiero, come se in quel momento fossi una persona diversa”, “non ricordo la reazione della bambina mentre la colpivo, forse era ferma, ma ho un ricordo molto annebbiato”, “non ricordo di aver sotterrato la bambina, ma sicuramente sono stata io”.