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Biodiversità, pubblicata di nuovo graduatoria regionale

PALERMO – È stata nuovamente pubblicata la graduatoria regionale delle domande di sostegno per l’operazione 4.4.d-”Investimenti non produttivi finalizzati al contenimento dei fenomeni di erosione, di dissesto idrogeologico e recupero del paesaggio tradizionale.”

L’elenco è stato rivisto a seguito dell’esame dei ricorsi gerarchici presentati da diversi richiedenti. Sono 532 gli ammessi a finanziamento, mentre 56 sono state le istanze non ricevibili e in 8 sono state considerate non ammissibili, nonostante in 4 avessero fatto richiesta di riesame. Rispetto all’elenco precedente, quindi, nessun cambiamento, mentre il numero è parecchio aumentato rispetto alla graduatoria predisposta lo scorso dicembre grazie ad un aumento della dotazione finanziaria a 20 milioni di euro.

Precedentemente, a seguito della decisione di esecuzione della commissione del 19 novembre 2021, C (2021) 8530, era stata approvata la modifica finanziaria del Programma di Sviluppo Rurale della Regione Sicilia 2014-2022, per cui gli uffici regionali dell’assessorato all’Agricoltura hanno potuto procedere all’emissione dei decreti di concessione per tutti i progetti compresi tra la posizione 1 e quella 180.

Si tratta dell’elenco delle domande ammissibili secondo il decreto 2731 del 20 luglio 2021, con cui era stata pubblicata la graduatoria delle istanze presentate e che avevano completato positivamente l’istruttoria tecnico amministrativa ed in possesso dei necessari requisiti ai fini della cantierabilità. Il bando nasce dalla consapevolezza che non tutto può essere monetizzato, ma che ci sono ricchezze che, anche se non sempre favorevoli dal punto di vista economico, sono comunque da preservare, perché sono parte integrante della unicità dei singoli territori.

L’obiettivo è quindi, quello di preservare l’ecosistema mediterraneo specifico della nostra terra, anche attraverso la valorizzazione in termini di pubblica utilità delle zone Natura 2000 e di altri sistemi ad alto valore naturalistico quali, parchi, riserve, corridoi ecologici e Iba (lmportant Birds Area). Rendere queste zone “appetibili” dal punto di vista economico e turistico, infatti, può aiutare a salvaguardarne la peculiarità.

D’altra parte, si vuole intervenire sulle aree a rischio erosione, le aree sensibili alla desertificazione, le zone ad alta vulnerabilità, secondo la direttiva nitrati 91/676 Cee, quelle sensibili, individuate dal piano regionale di tutela delle acque, e le aree limitrofe ai corpi idrici, come definite nel “Codice dei beni culturali e del paesaggio”.

I progetti considerati ammissibili hanno dovuto, quindi, rispondere ad una serie di requisiti, relativi alla capacità del progetto di migliorare e valorizzare specifici aspetti a livello naturalistico e ambientale; inoltre, i promotori dei progetti dovranno lavorare per il ripristino degli habitat forestali e tipici della macchia mediterranea, favorendo in tal modo anche la biodiversità animale, con investimenti per la sosta della fauna stanziale e migratoria, con la creazione di siti di nidificazione e strutture funzionali alla diffusione della fauna selvatica.

Nell’ottica della pubblica utilità, i progetti serviranno anche a coinvolgere la società civile, con la creazione di percorsi didattici naturalistici, con punti di osservazione per specie animali e vegetali. In tal modo si potrà aumentare la conoscenza dei luoghi e aumentare la comprensione del valore dei diversi spazi, oltre che insegnare, alle giovane generazioni, come l’ecosistema che li circonda possa essere fonte di una prospettiva lavorativa futura soltanto se protetto e salvaguardato.