Il contributo di 600 euro nasce per cercare di contrastare gli effetti del caro energia sugli italiani. Si tratta di un aiuto per pagare le bollette di acqua, luce e gas. È esentasse ed è a disposizione dei datori di lavoro che vogliono contribuire al supporto del reddito dei loro dipendenti in questo periodo di difficoltà.
Il contributo è previsto dal decreto Aiuti bis: il dl ha modificato la soglia di non concorrenza reddituale dei contributi erogati in forme diverse dal denaro e dei quali si può tenere traccia nelle buste paga assegnati ai dipendenti, portandola a 600 euro dai 258,23 euro originari. Inoltre il decreto ha esteso i rimborsi anche alle bollette delle utenze di luce, gas e servizio idrico.
Lo possono ottenere i dipendenti di aziende. Per il datore di lavoro si tratta di soldi interamente deducibili, che vanno a ridurre l’imponibile fiscale della società. Per il lavoratore sono somme nette, non soggette a contribuzione (quindi non generano aumenti della pensione) né a prelievo fiscale.
Il sostegno può essere erogato direttamente al fornitore da parte dell’azienda o come rimborso in busta paga per il lavoratore, previa documentazione, quindi fattura. I datori di lavoro, in ppratica, possono pagare direttamente le bollette oppure rimborsare i costi delle utenze domestiche per acqua, gas ed elettricità.