Bonus mamme 2025 anche alle madri lavoratrici autonome? Questa è l’ultima delle ipotesi al vaglio del Governo, già al lavoro per definire le misure da introdurre e da limare in vista dell’approvazione della nuova Legge di Bilancio entro fine anno.
Ecco le ipotesi in campo su uno dei bonus più importanti
Il bonus mamme fino a ora è stato riservato a madri lavoratrici con due o più figli, ma con contratto di lavoro dipendente. Nello specifico, per accedervi, le mamme devono avere tre o più figli per avere diritto all’importo in più in busta paga fino al compimento del 18esimo anno del più piccolo; per le mamme lavoratrici dipendenti con due figli, invece, l’agevolazione spetta (almeno fino al 2024) ma solo fino al compimento del decimo anno di età del figlio minore.
Per avere diritto al bonus mamme serve anche un contratto a tempo indeterminato, anche part-time.
Per il bonus mamme 2025, la prima ipotesi è quello di estendere l’agevolazione anche alle lavoratrici autonome, quindi alle madri con partita IVA.
Non sono ancora chiari i criteri e i requisiti, ma nelle prossime settimane sicuramente si avranno maggiori notizie. Nessuna conferma, invece, sul possibile taglio del bonus mamme per le madri con due figli.
Non è solo il bonus mamme ad alimentare il dibattito politico sulla Manovra del 2025: nelle scorse ore, anche l’indiscrezione di possibili tagli all’assegno unico agita gli animi sia della maggioranza che dell’opposizione. Niente è certo: anzi, sembra proprio che il Ministero e gli esponenti della maggioranza del Governo Meloni abbiano smentito tutto, parlando apertamente di “fake news” e parlando al massimo di “sistemare” alcuni elementi della misura. Dall’opposizione, invece, arriva l’attacco e l’appello a salvare una delle misure di welfare più importanti per le famiglie con figli.
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Immagine di repertorio