“Alle madri lavoratrici viene riconosciuto l’esonero totale dei contributi previdenziali (nel limite massimo di 3.000 euro l’anno)”. L’annuncio arriva dal sito ufficiale del Ministero dell’economia e delle Finanze.
“La misura si applica per tutto il 2024 alle donne che hanno due figli di cui uno di età inferiore a 10 anni, fino al 2026 per chi ha almeno 3 figli di cui uno di età inferiore a 18 anni”, si legge ancora sul sito del MEF. La legge di Bilancio 2025 dovrebbe prevedere l’estensione del Bonus mamme alle lavoratrici autonome con due o tre figli.
Le lavoratrici interessate al Bonus mamme 2025 dovranno comunicare la volontà di avvalersene al datore di lavoro o direttamente all’Inps. Devono indicare il numero di figli e i codici fiscali di due o tre figli (se il numero di figli è superiore basta indicarne tre).
Qualora scegliessero di comunicarlo direttamente all’INPS, i dati vanno inseriti nell’applicativo “Utility esonero lavoratici madri”.
Il cosiddetto “Bonus mamme” non si applica ai contratti a termine. Il governo ha già testato questo provvedimento con il bonus del 2024. La ministra Eugenia Roccella ha specificato che il fine di questa temporaneità era “vagliare nel tempo l’efficacia e indirizzare le scelte successive” sul punto.
Nella manovra, inoltre, sono previsti altri congedi parentali, che potrebbero consentire alle lavoratrici di ricevere fino all’80 per cento della retribuzione per tre mesi, dunque 30 giorni in più rispetto al passato. In passato infatti avevano diritto all’80 per cento per due mesi e il 30 per cento per altri sette. Il calcolo, inoltre, dovrebbe essere basato sul quoziente familiare e non sul reddito del singolo contribuente.