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E’ morto il cantante catanese Brigantony, aveva 74 anni – Foto

E’ morto Antonio Caponnetto, in arte Brigantony, all’età di 74 anni.

A dare la notizia è stata la figlia Alessia con un post sul profilo Facebook dell’artista. Il popolare cantante catanese, malato da tempo, era ricoverato da qualche giorno in gravi condizioni nel reparto di rianimazione.

L’annuncio della figlia Alessia

“Cari fan brigantoniani – si legge nel post pubblicato dalla figlia Alessia – volevamo darvi solo belle notizie e rivederlo insieme a voi su un palco a farci sorridere tutti, ma il buon Dio ha fatto la sua volontà portandolo con sé. Stasera mio padre ci ha lasciati, ma solo fisicamente lasciando a tutti noi un vasto repertorio musicale indelebile, inripetibile e inimitabile. Lui diceva in una scenetta o canzone, adesso nn ricordo bene, sicuramente voi la conoscete : ” Brigantony cì né 1, tutto il resto è una volgare imitazione”. Riposa in pace papà. Grazie a tutti per il vostro caloroso affetto da parte mia e tutta la mia famiglia”.

Il suo stile musicale inconfondibile

La musica di Brigantony spazia dalla tarantella siciliana al rock (Nannu rock, U vinu sicilianu, Mi stuppai na fanta), dal boogie-woogie allo swing, alla dance anni Ottanta e Novanta (Semu fuiuti frischi), dal rap (Opa’cche bellu ‘u cinima) al pop, alla latino-americana, fino al blues.

Carriera e canzoni

La carriera di Brigantony comincia con un classico stile in tarantella siciliana, che negli album “A bella vita” (1976), “Divertimento in folk” (1980), “Brigantony si scatena!!” (1981), “Con amore” (1983) e “1 x 2” (1984) è presente in maniera predominante. All’interno cominciano a farsi strada altri generi, soprattutto il rock’n’roll.

Anni Ottanta

A fianco di queste canzoni vi sono comunque brani più seri, come “Carusidda Siciliana“, “Amuri Miu“, “Bedda” e “America“. Già con l’album successivo Brigantony e la sua Sicilia (1985) gli altri generi, nonché la presenza di “scenette”, diventano più preponderanti rendendo la formula più varia e, forse, via via più volgare, aprendo comunque la porta ai dischi successivi di grande successo.

Durante la seconda metà degli Ottanta, Brigantony pubblica il suo poker di album più famosi: “Vamos a pilus” (1985), “A ciolla” (1987), “Cò bullu” (1988) e “U sucu do pollu” (1989). Questi 4 album, fondamentali nella carriera di Brigantony, sono intervallati da altri dischi minori di “scenette” varie, ma rappresentano il periodo di maggior forma dell’artista, oltre a contenere i brani più famosi e che hanno girato il mondo.

Basti citare “A sucalora“, “Semu fuiuti frischi“, “Osvaldo“, “Kala Bula“, “U cannolu” e le cover “Mi stuppai ‘na fanta” (parodia di The Final Countdown degli Europe), “Iaffiu ‘u cuttu” (I Feel Good di James Brown) e “Si futtenu a mé vespa” (Hanno ucciso l’Uomo Ragno di 883). È presente anche “Mi piaci a mia to soru” che fu presentata al Festival di Sanremo, ma rifiutata alle selezioni.

Anni Novanta

I dischi successivi, “Cò filter” (1990), “Love” (1990) e “D.O.C.” (1991) mostrano canzoni forse meno ispirate, più spazio a canzoni classiche ed una minore volgarità, oltre a dare più spazio alle scenette recitate.

Tutto ciò verrà lasciato al passato dal successivo “Bastardes” (1992), dove la preponderante volgarità si unirà a nuovi stili sempre più presenti, quali il latino-americano e la dance anni novanta che spopolava in quegli anni, forma che continuerà anche in album successivi come “Super Brigantony Man” (1992) e “Ppà vannu cu ce’ ce’” (1993).

Da sottolineare, durante questi anni di vasta produzione, gli album “Micio Tempio” 2000 (1992) e “Micio Tempio” 2000 vol. 2 (1993), dove Brigantony reinterpreta le poesie di Domenico Tempio, poeta catanese vissuto tra il Settecento e l’Ottocento. I dischi successivi sono pieni di cover, soprattutto di canzoni che hanno avuto grande successo in quegli anni, e di scenette recitate, con poche canzoni rimaste nella testa del pubblico.

Sempre negli anni 90, Mai dire TV ha ripreso una sua esibizione di “A zita pilusa” per la rete locale Antenna Sud.

Anni 2000

I primi anni 2000 saranno caratterizzati dall’affermazione dei Brigantini, band che arrangia in chiave moderna i pezzi di Brigantony. Grazie alla pubblicazione di alcuni album, questa band originaria di Paternò, contribuì a far conoscere Brigantony anche tra i più giovani – per i quali è diventato un’icona. Il maestro Brigantony registrerà anche dei cori insieme a questa band: si ricordino gli album “International” (2002), “Fazzu l’indianu” (2003) che contiene la hit “I Never Stones to Your Sister” (presentata anche a Music Zoo di All Music) e “Ma se il caldo arriva…” (2005).

Politica

Nel 2005 si candidò a Catania come consigliere comunale, ma gli furono annullati più di 1.000 voti perché nelle schede veniva trovato scritto “Brigantony” anziché “Antonino Caponnetto”. In questa occasione, infatti, nelle liste elettorali, vicino al nome, non era stato specificato “Detto Brigantony”.

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