Calcio

Il Catania gioca ma sa anche soffrire. E se mantiene la sua (nuova) identità può sognare

Mercato (in entrata) archiviato, poi la conferenza “chiarificatrice” del presidente Ross Pelligra. Il Catania si mette finalmente alle spalle le vicende extra campo e i risultati sono quelli sperati. Almeno nella prima in casa. Contro il Benevento i rossazzurri si rendono protagonisti di una prova di assoluto spessore tecnico, tattico e caratteriale. Rispetto alla sfida con il Sorrento la squadra di Toscano, seppur avendo mostrato una solidità difensiva non indifferente, sembra essersi scrollata di dosso le incertezze (anche di organico) che hanno caratterizzato la parte centrale dell’estate etnea.

Impeto, lucidità e organizzazione

“Devi alzare il livello, devi mettere dentro quelle qualità aggiunte adesso al servizio del Catania”. Così Mimmo Toscano alla vigilia della prima di campionato al Massimino. Un mantra che Di Tacchio e compagni hanno riprodotto direttamente sul terreno di gioco, soprattutto nel primo tempo e a tratti, complice la stanchezza, nella ripresa. Attenzione, i rossazzurri hanno concesso qualcosa agli uomini di Auteri (su tutti la traversa di Talia e il salvataggio di Sturaro sulla linea), ma se vuoi dominare il gioco ed essere propositivo, devi assumerti dei rischi. Il Catania parte a mille all’ora cavalcando l’entusiasmo trascinante dei 18.000 spettatori sugli spalti. Ma quello che colpisce non è solo il furore agonistico. Organizzazione e qualità delle giocate. I giocatori eseguono quasi alla perfezione lo spartito e i meccanismi del gioco di Toscano. Nella prima frazione Ierardi – braccetto della difesa a tre – è un terzino aggiunto: su e giù sulla fascia destra. Mossa che ha permesso ai rossazzurri di guadagnare un uomo in più in fase di costruzione e di giocarsela lasciando Di Gennaro e Castellini a difendere a campo aperto contro gli attaccanti campani.

Saper soffrire

Ma il Catania non è solo garra e attacco, quando c’è da compattarsi e subire l’iniziativa degli avversari lo fa con grande umiltà. La squadra di Toscano capisce i momenti della partita, rispetta la qualità dell’avversario e dosa le energie quando queste vengono a mancare. Al 70′ il tecnico degli etnei manda un segnale ai suoi: non è ancora finita, giochiamocela. Tradotto sul campo: metto Roberto Inglese dentro, il colpo da novanta del mercato rossazzurro, anche se non è al 100% della condizione. E il nuovo 9 arrivato ai piedi dell’Etna dà il suo prezioso apporto: fa salire la squadra e conquista punizioni preziose per far rifiatare i compagni. Toscano ha già posto le basi: se il Catania gioca con questo spirito mantenendo questa identità potrà dire la sua in campionato. Extra campo permettendo.