CALTAGIRONE – Il Consiglio comunale, che lunedì 6 aveva dato il via libera al Dup (Documento unico di programmazione), a conclusione della lunga seduta di mercoledì, ha approvato con 10 voti favorevoli (i consiglieri di centrosinistra) e 8 astenuti (i consiglieri di centrodestra presenti in aula), l’ipotesi di bilancio stabilmente riequilibrato per gli anni 2021-2025 adottata dalla Giunta municipale e munita del parere favorevole dei revisori dei conti. Sul provvedimento pendeva la Spada di Damocle dello scioglimento dell’assise se nel termine di 5 giorni (vale a dire entro il 10 maggio), come disposto dal commissario ad acta Francesco Riela, essa non avesse provveduto ad approvare la proposta deliberativa in questione. L’ipotesi di bilancio stabilmente riequilibrato sarà adesso trasmessa al Ministero dell’Interno per le valutazioni del caso e la definitiva approvazione.
L’argomento è stato illustrato dal sindaco Fabio Roccuzzo: “Abbiamo determinato una forte riduzione della spesa corrente (circa 5 milioni in meno dal 2021 al 2025), aumentato le entrate tributarie ed extratributarie (1,5 milioni nel quinquennio) e condotto una dura lotta all’evasione fiscale, con il recupero di 6 milioni che sono stati trasferiti all’Osl (Organismo straordinario di liquidazione) per il pagamento dei debiti accertati alla data del 31 dicembre 2020 e ammontanti a 32 milioni. Inoltre, grazie a una norma nazionale del dicembre 2023 a cui l’Anci ha molto lavorato, è stato possibile prevedere, nei bilanci 2024 e 2025, la quota Fal (Fondo anticipazione di liquidità) per pagare le quote dei mutui e dei prestiti da rimborsare”.
“L’approvazione dell’ipotesi di bilancio stabilmente riequilibrato – ha aggiunto il sindaco – è il primo pilastro attorno al quale costruire un processo di efficientamento della macchina amministrativa e di risanamento dei conti di un ente, quale il nostro Comune, che è strutturalmente deficitario. Ma servirà corresponsabilità da parte dei cittadini che, col corretto versamento dei tributi, sono chiamati a garantire l’erogazione di servizi di fondamentale importanza”.
Sono seguiti l’intervento del ragioniere generale Pino Erba, della presidente della I commissione consiliare Ivana La Pera, che ha lamentato “l’impossibilità di un attento esame del provvedimento dati i tempi ristrettissimi impostici”, e del presidente del collegio dei revisori dei conti Angelo Giallongo. E’ stata poi la volta dei chiarimenti, richiesti da Aldo Grimaldi, Sergio Gruttadauria, Marco Failla, Ivana La Pera, Valentina Messina, Antonio Montemagno, Selenia Tutone e Francesco Caristia (risposte dagli stessi Erba e Giallongo, dal sindaco Roccuzzo e dal segretario generale Loredana Patti).
Nelle successive fasi della discussione e delle dichiarazioni di voto si sono ulteriormente delineate le posizioni fra i due fronti: per il centrodestra “il dissesto era evitabile, la proposta di bilancio stabilmente riequilibrato è arrivata in ritardo e la sopraggiunta possibilità di redigerla è riconducibile al Governo Meloni”. In particolare, Messina ha lamentato che “non si vede una lotta seria all’evasione” e manifestato il timore che, se l’ipotesi non dovesse superare il vaglio del ministero, non siano prospettabili “soluzioni diverse”.
Per Grimaldi “è mancato il colpo di reni da parte della Giunta anche perché non si assiste a una crescita della capacità di riscossione”. Montemagno ha ricordato “i meriti avuti dall’Amministrazione Ioppolo nell’avvenuta riduzione del debito da oltre 100 a 63 milioni”. Francesco Alparone ha detto che si sarebbe aspettato “un taglio agli stipendi dei dirigenti che, in questi anni, hanno concorso a questa condizione così difficile”.
Per La Pera “l’ipotesi di riequilibrio non è per nulla merito dell’Amministrazione, ma delle leggi che hanno mutato ‘in melius’ la situazione”. Marco Failla ha espresso perplessità “su un bilancio che in diverse parti non regge e che solo per un caso fortuito (Fal e fondi governativi) è stato proposto”. Pure Gruttadauria ha ritenuto poco chiari molti aspetti, rivendicando all’Amministrazione precedente “anche il risparmio sui costi dell’energia elettrica”. Giuseppe Rabbito ha stigmatizzato “le tante incongruenze” del provvedimento, “su cui i consiglieri non hanno potuto compiere le necessarie valutazioni”. Anche Caristia ne ha evidenziato “le numerose e incontrovertibili criticità”.
I consiglieri del centrosinistra hanno invece rimarcato “l’ineluttabilità del dissesto, i meriti dell’Amministrazione Roccuzzo nella concreta opera di risanamento avviata e in un bilancio che è frutto di un lavoro serio e minuzioso e che non è politico, ma per la città”. Luigi Failla ha ricordato “la pesante eredità di 63 milioni che l’attuale esecutivo ha ricevuto dal precedente, connotandosi per il senso di responsabilità”. Mario Polizzi ha posto l’accento sull’operazione – risparmio sull’energia elettrica, “ascrivibile alla lungimiranza dell’Amministrazione”.
Secondo Claudio Panarello “è un giorno importante per la città, perché giunge a compimento un intenso e proficuo lavoro”. Per Greta Bonanno “è sì giusto attendere il parere del Ministero, ma questo che si compie stasera può essere davvero il passo avanti decisivo”. Vincenzo Di Stefano, a riprova del “buon operato” della Giunta, ha detto che l’attuale dissesto “non ha prodotto le conseguenze nefaste di quello del 2013, per esempio per dipendenti e fornitori”. Per Pia Giardinelli “l’Amministrazione Roccuzzo ha sempre perseguito “il giusto e l’utile, non facendo mancare l’assistenza ai più deboli e garantendo lo svolgimento della festività del patrono”.