CALTANISSETTA – Il nemico numero uno è sempre la criminalità organizzata. E ancora una volta è stata la lotta contro Cosa nostra a rubare la scena in occasione dell’inaugurazione dell’anno giudiziario della Corte d’Appello nissena. Un evento durante cui la presidente Maria Grazia Vagliasindi ha come sempre tracciato un quadro chiaro e dettagliato dello stato di salute della Giustizia all’interno del Distretto.
Controllo dell’economia legale, con riferimento agli appalti, al traffico di rifiuti, all’edilizia e all’agricoltura, senza dimenticare i settori del gioco e delle scommesse, del traffico degli stupefacenti, dell’illecito sfruttamento dei siti minerari: sono i punti più importanti su cui la mafia continua a muoversi e su cui lo scontro con il sistema della legalità continua a farsi sempre più duro.
Per la presidente Vagliasindi, la criminalità organizzata continua a preoccupare per le sue “straordinarie capacità di infiltrazione anche nei territori di altre regioni oltre che all’estero, ove risultano stabilmente radicati soggetti criminali, di origine nissena ed ennese, che mantengono organici rapporti con le famiglie mafiose. Non meno significativa è la capillare attività di reimpiego di capitali provenienti da tali illecite attività, in particolare dal traffico di sostanze stupefacenti e dalla attività estorsiva, le forme più diffuse di controllo mafioso del territorio che vedono coinvolta, oltre a cosa nostra, anche la cosiddetta stidda”.
“Momento di fibrillazione – ha aggiunto la presidente della Corte d’Appello – costituiscono, infine, le tornate elettorali per la puntuale ‘messa a disposizione’ di pacchetti di voti a favore di candidati vicini alle famiglie mafiose, con l’evidente finalità di indirizzare le future scelte delle amministrazioni locali”.
E che la morsa della criminalità organizzata nel Distretto sia ancora importante lo si capisce anche dai numeri: i reati per associazione a delinquere di stampo mafioso hanno subito un incremento del 35%. Mentre per i reati di associazione a delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, quasi sempre monopolio delle associazioni criminali mafiose, vi è stato un incremento del 105% rispetto all’anno precedente.
Infine, all’interno della relazione della presidente, è stato posto l’accento sui reati di stalking, che hanno fortunatamente fatto registrare un considerevole decremento pari al 22%; sui procedimenti per malversazioni a danno dello Stato e indebite percezioni di contributi (in aumento del 19% sul 2021); in calo del 10% le iscrizioni per reati di inquinamento, rifiuti e tutela della salute delle persone del 10%; incremento per i reati in tema di colpa medica con +115 per cento.