Caltanissetta

Caltanissetta, le periferie rinascono grazie all’integrazione

CALTANISSETTA – Anche il Liceo classico Ruggero Settimo ha aderito al progetto Opencoesione. Protagonisti gli alunni della quarta A, che si occuperanno del monitoraggio civico di un cospicuo finanziamento europeo in favore dell’Istituto comprensivo Vittorio Veneto.

Musica, lingua, sport e politica sono stati gli ambiti del progetto Opencoesione per favorire l’aggregazione, la coesione e l’integrazione in un istituto come quello Vittorio Veneto da sempre multietnico. La scuola negli anni ha rappresentato la cura, un’ancora di salvezza, un momento di normalità e un punto di aggregazione per i bambini del quartiere e progressivamente si è arricchita sia strutturalmente che umanamente.

“Oggi l’istituto Vittorio Veneto – ha spiegato la dirigente Francesca Ippolito – è il più multiculturale di Caltanissetta, più di dieci etnie diverse frequentano la scuola, e si va sempre più affermando come polo di inclusione grazie a progetti con Enti, associazioni e terzo settore che ci aiutano nell’integrazione prevedendo figure di mediatori e che riguardano la salute, l’orto sociale, l’alfabetizzazione, la cultura, il recupero delle tradizioni. La nostra azione è importante sul territorio per quanto riguarda il rapporto con le famiglie perché spesso la scuola è l’unico ente con cui si interfacciano mettendoli in contatto con altri Enti per servizi per loro essenziali”.

“I quartieri del centro storico come quello Angeli – ha affermato il sindaco Roberto Gambino – di fatto sono la periferia della città, ovvero aree maggiormente abbandonate. Tra gli elementi di crisi importanti attualmente presenti anche il ricambio delle etnie, che se da un lato può rappresentare una ricchezza dall’altro lato provoca dei problemi di integrazione. Come Amministrazione stiamo lavorando, assieme alle associazioni del terzo settore, le parrocchie, le scuole e i comitati di quartiere per aiutare i giovani di queste zone a riappropriarsi dei propri spazi e a mettere da parte il mondo virtuale e altri interessi che possano portali per strade sbagliate. Il Comune è partner del progetto Opencoesione ma sta anche operando per rivalorizzare il quartiere con altri interventi come per esempio la recente realizzazione del campetto di calcio su un piazzale esistente”.

Nel 2019 nel cuore del quartiere è nato anche un Museo del recupero e riuso trasformato in arte Spazio Pitta, ideato da Lorenzo Ciulla, il cui intento è quello di dimostrare che le diversità, se ben orientate, si trasformano in risorse per tutta la comunità. “Uno spazio – ha spiegato Ciulla – che nasce da un sentimento personale volto alla rigenerazione. Una rigenerazione innanzitutto mentale con a centro il dialogo con le persone attraverso l’arte che si esterna attraverso tutte le opere urbane che stiamo realizzando ma anche con l’accoglienza all’interno della struttura con visite guidate e una serie di eventi che andremo a realizzare all’interno del museo. Stiamo cercando attraverso l’arte di donare bellezza che poi diventa rispetto per quello che è il quartiere stesso, che ha già una sua memoria storia, e a far crescere il dialogo con gli enti, le famiglie e il territorio con un’azione concreta che parte dal basso ovvero dal popolo”.

Gli studenti del Liceo classico hanno svolto due tipi di indagine: una sui documenti messi a disposizione della scuola, l’altra sulla testimonianza diretta degli stakeholder del progetto come il personale scolastico, gli studenti, il parroco del quartiere Angeli e il sindaco della città.

La chiesa di San Domenico rappresenta infine un altro ente che favorisce l’integrazione e la vicinanza tra popoli di altre culture. “Nella nostra parrocchia – ha raccontato padre Alessandro Rovello – da anni si porta avanti il doposcuola con la Croce Rossa e tanti volontari. Questo lavoro quotidiano si affianca ad altri progetti che stiamo cercando di portare avanti per un dialogo costruttivo e far crescere la persona nella totalità: dalla dimensione culturale, a quella corporea e spirituale nel rispetto delle diverse culture e delle proposte che possano servire per il bene di tutti”.

Dalle prove Invalsi è emerso che la ricaduta del progetto è stata particolarmente positiva perché sono migliorate le performances degli studenti ed è diminuito il tasso di abbandono scolastico. L’iniziativa prevedeva varie fasi e varie scadenze che dovevano essere rispettate. I ragazzi dunque si sono misurati con centinaia di dati forniti dalla scuola e con le interviste in giro per la città, sono state fatte riprese video ed è stato tutto inserito sulla piattaforma di Opencoesione, ove gareggiano con altre 190 scuole italiane. Ultima data del progetto 9 maggio con la Festa dell’Europa.