Caltanissetta

Progetto Equo dress, la moda diventa solidale e sostenibile

CALTANISSETTA – Una sartoria sociale che coinvolge le ospiti delle case rifugio per donne vittime di violenza. È Equo dress, il nuovo progetto della cooperativa sociale Etnos nato in collaborazione con la start-up Atelier Riforma di Torino, che sfrutta il riutilizzo creativo dei capi usati per ridurre il negativo impatto ambientale della moda e promuovere tendenze circolari e sostenibili.

“È un’esperienza – afferma Fabio Ruvolo, presidente della cooperativa Etnos – che nasce nell’ambito di quello che si definisce economia civile, ovvero un’economia che si fonda sui valori che vanno ben oltre il profitto e il carattere prettamente economico. È un’economia che si basa sulla reciprocità, sulla crescita condivisa. Un’idea che ha preso forma e si è sviluppata grazie ad un’altra realtà che è l’Atelier Riforma che ha pensato di rigenerare gli abiti che andrebbero a finire tra i rifiuti. Abiti che attraverso un’economia circolare vanno a dare una nuova vita e nuova forma ad altri abiti che poi vengono messi in vendita nel loro e-commerce”.

“La bellezza di questo progetto – ha aggiunto Ruvolo – è che nasce dentro la nostra casa rifugio, permettendo di avviare le donne vittime di violenza a un percorso lavorativo nell’ambito della sartoria. Un investimento che faremo anche in forma di microfound che ci permetterà di coinvolgere le persone che vogliono sostenere questa nuova progettualità per acquistare i macchinari necessari per le operazioni da svolgere”.

Il progetto “Equo dress” in particolare mira alla raccolta dei jeans usati che, grazie alle abili mani delle donne coinvolte nell’iniziativa e sotto la supervisione della sarta e operatrice di comunità Maria Grazia Roccella, prendono vita in nuovi capi. Proprio per questo, i promotori dell’iniziativa hanno voluto lanciare un progetto alla comunità, che ha risposto in modo positivo donando tanti capi ormai dismessi.

“Tra i progetti futuri – ha concluso il presidente della cooperativa Etnos – c’è quello di aprire un vero e proprio atelier, creando un’ampia selezione di abiti che possano essere disponibili per tutti e che vadano in contro alle difficoltà economiche”.