Catania

Camera di commercio Sud-Est, Agen e il nuovo capitolo della guerra di potere

Ci risiamo con l’enesima puntata della telenovela sulla Camera di Commercio di Catania. Il 20 gennaio era arrivato il primo commissariamento della Camera del Sud-est del ministro Giancarlo Giorgetti. Qualche settimana  dopo ecco il  pronunciamento del Cga e poi del Tar che reinsediavano presidente e giunta defenestrati.

La sospensiva del Tar

Ma trascorreva poco meno di una settimana e come preannunciato anche dagli organi camerali, ecco materializzarsi il nuovo decreto di nomina commissariariale che corregge il precedente, sempre da parte del ministro Giorgetti, e reinsedia il comissario Giuffrida che è rimasto, però, in sella solo 24 ore  perché è arrivata la nuova sospensiva decisa dal Tar, con Il ritorno alla guida del presidente Pietro Agen e della Giunta della Cam Com Sud-est.

La guerra all’interno del’organismo camerale si fa sempre più accesa, con uno scambio di colpi anche tra governo e magistratura amministrativa. Ma adesso cominciano ad affiorare moltissime crepe nella classe produttiva che chiede la cessazione delle ostilità e una soluzione che impedisca un decadimento a scapito delle forze produttive, in particolare in questo periodo di crisi internazionale.

L’appello delle associazioni di categoria

L’ultimo appello arriva questa mattina da Confcooperative, Claai, Confartigianato, Cna, Lrgacoop, Unci e Unicoop che in una nota congiunta sollecitano le parti a superare la contrapposizione dannosa per tutto il comparto  e in particolare chiedono  alla presidenza di fare un passo indietro: “Basta con lo stillicidio di ricorsi promossi dagli attuali vertici camerali – si legge nel documento – . Continuare a fare ricorsi serve solo a creare confusione e garantire lo status quo a chi oggi gestisce la Camera di commercio del Sud-Est. Non ha infatti alcun senso, se non appunto quello di provare a rimanere in sella, cercare il cavillo per ritardare l’applicazione di una legge votata dal Parlamento, pienamente in vigore, che esprime chiaramente il fatto che la Camera di commercio del Sud-Est non esiste più”.

“Le imprese catanesi, già martoriate dalla crisi, dalla pandemia e dagli effetti del conflitto in Ucraina – prosegue la nota –  hanno bisogno di una governance degli enti economici territoriali che assicurino stabilità, promuovano servizi e guardino alla specificità del territorio. In tutta Italia, tranne che in Sicilia, le città metropolitane hanno Camere di commercio autonome, non per caso, ma perché le aree metropolitane, e la gran parte delle loro imprese, hanno problematiche specifiche che vanno affrontate con politiche mirate. Non si comprende perché le Camere di commercio siciliane debbano avere trattamenti diversi. L’articolo 54 ter ha consentito di superare gli effetti della riforma Madia che, almeno in Sicilia, ha fallito gli obiettivi, a partire da quello principale della riduzione dei costi camerali a carico delle imprese, allontanando nei fatti la Camera di commercio dal territorio e dai suoi bisogni. Agen si fermi dunque e guardi agli interessi delle imprese piuttosto che al mantenimento del potere o al controllo delle partecipate. E gli uffici ministeriali provvedano a emettere decreti inattaccabili dal punto di vista amministrativo per garantire l’applicazione della legge perché altrimenti vorrà dire che o si è incapaci o si vuole favorire la confusione”.

Anche Confindustria Catania interviene

Due giorni fa un chiarimento e un passo indietro erano stati sollecitati anche dal presidente di Confindustria Catania Antonello Biriaco che, conversando con la stampa, aveva detto “No alle lotte di potere  a danno delle imprese….con le forze produttive nuovamente ostaggio di una battaglia  perpetrata a danno del bene degli imprenditori”.

Agen, “Decreto fatto per aggirare la magistratura”

Il presidente Agen, invece, poche ore dopo la nuova sospensiva de Tar era  tornato a tuonare contro la politica e indirettamente anche contro la deputata Stefania Prestigiacomo, artefice del provvedimento che ha portato Giorgetti a intervenire: “Eravamo sicuri che anche il secondo nostro ricorso sarebbe stato accolto. Adesso il Tar ha sospeso tutto sino all’udenza del 12 maggio perché sospetta che ci siano profli di incostituzionalità nel provvedimento governativo. Noi siamo rispettosi della legge e della magistratura che si era presa 40 giorni per entrare nel merito, ma qualcuno evidentemente non ha fiducia nella magistratura e ha fatto un altro colpo di mano. C’è da sospettare che questo nuovo decreto sia stato fatto per aggirare la magistratura…  Comunque noi siamo traquilli perché siamo nel giusto”. Agen ha ribadito anche il concetto che aveva già espresso in una recente intervista a questa testata:  “Ormai appare chiaro anche ai bambini che c’è il tentativo della politica di mettere le mani sul nostro aeroporto”.

Siamo davanti a un ennesimo atto della guerra senza confini sulla CamCom, alimentata da una polemica strisciante, stucchevole, che non è affatto conclusa e che danneggia tutto l’apparato industriale dell’area più produttiva dell’Isola. Ci sarà mai una parola fine a favole soltanto di imprese e cittadini?

Giuseppe Bonaccorsi