CANICATTÌ (AG) – Il Consiglio comunale ha approvato lo stato di dissesto finanziario dell’Ente. Una presa d’atto arrivata poco tempo dopo quella del Comune di Naro, che certifica come ormai molti i Municipi agrigentini (e di tutta la Sicilia, come più volte sottolineato anche dall’Anci siciliana) vivano una grandissima sofferenza economica. Così l’unica via per riuscire a recuperare la situazione sembra quella di avviare la procedura di default, affidando la gestione a dei commissari ad acta per ritornare a far quadrare i conti.
All’unanimità il Consiglio comunale di Canicattì ha votato favorevolmente la proposta di dissesto del funzionario al Bilancio e Servizi finanziari Carmela Meli. Alla base dei problemi che hanno portato l’Ente in questa situazione vi sono anche i mancati introiti dei tributi a fronte di un aumento degli accertamenti, tagli delle erogazioni statali e regionali e crisi economica causata dall’emergenza Covid.
“È un atto dovuto – ha detto il presidente del Consiglio comunale, Domenico Licata – in quanto ci sono state delle azioni che hanno portato a dichiarare il dissesto. Abbiamo provato a risolvere la cosa provvedendo a un Piano di riequilibrio, ma non ha funzionato. La colpa non è soltanto della politica, ma anche dei cittadini. È triste dirlo, ma il Comune sulla riscossione dei tributi ha introitato meno del 30%, il che significa che in troppi non pagano le tasse. Forse sono gli stessi che si lamentano della mancanza di servizi”.
È ancora incerto l’ammontare del passivo, ma da una prima stima fatta nella relazione del funzionario si parla di uno squilibrio di gestione stimabile tra i 20 e i 30 milioni di euro. Le certezze sono i 4.661.402,09 euro di mancato pareggio del 2021, 1.309.740,56 previsti per l’anno in corso e i 751.678 euro per il 2023. A questi devono aggiungersi i 9.535.308,96 euro di passivo del 2019 e i 6.501.144,59 del disavanzo presunto emerso dal pre-consuntivo 2020.
Insomma, si prospetta una strada tutta in salita per l’Amministrazione guidata dal sindaco Vincenzo Corbo, che sulla questione non ha voluto al momento rilasciare nessuna dichiarazione. Di certo, l’Esecutivo dovrà continuare a gestire l’ordinario con grossi vincoli gestionali e contabili.