Scoppia la bufera sull’assessore regionale alla famiglia Nuccia Albano.
Il programma televisivo Report, condotto da Sigfredo Ranucci, ha infatti svelato come il padre della Albano fosse stato condannato per mafia in quanto ritenuto esponente del clan di Borgetto.
Una rivelazione shock, che ha scatenato immediatamente una raffica di polemiche all’interno della politica siciliana.
Chi è Nuccia Albano? Il programma di Rai 3 ha voluto in principio ricostruirne la carriera politica, dagli inizi sino al suo incarico all’interno della giunta Schifani.
Voluta in giunta dall’ex presidente della Regione Sicilia Totò Cuffaro, Nuccia Albano è stata eletta deputata dell’Assemblea regionale siciliana lo scorso 25 settembre 2022 nelle fila della nuova Democrazia Cristiana con 5.968 voti. Poi è stata nominata assessora il 15 novembre 2022.
Laureata in medicina nel 1977, è la prima donna medico legale della Sicilia. Si è occupata anche dell’autopsia di Giovanni Falcone e di quella di Libero Grassi. Solo pochi giorni fa ha inaugurato la sede della nuova Democrazia Cristiana a Borgetto, suo paese d’origine.
L’inviata di “Report”, Claudia di Pasquale, l’ha raggiunta a un importante evento, tenutosi all’istituto comprensivo statale “Sperone-Puglisi” di Palermo, sull’emergenza crack, la dispersione scolastica e la tutela dei minori.
Alla domanda se fosse la figlia di Domenico Albano, storico capomafia di Borgetto, che avrebbe protetto e sostenuto il bandito Salvatore Giuliano, accusato della strage di Portella della Ginestra del 1° maggio 1947, l’assessora ha risposto di non potere rinnegare suo padre e la sua storia, ma di essere venuta a conoscenza di questi fatti solo da grande, prima di congedarsi dai microfoni del programma d’inchiesta.
Immediata è arrivata la replica dell’assessore regionale alla famiglia, che in una nota ha spiegato: “Stamattina, mentre stavo partecipando, in qualità di assessore alla Famiglia, alla Commissione antimafia convocata presso la scuola Sperone-Pertini a Palermo, sono stata “violentata” da una giornalista di Report che mi ha sottoposto ad una raffica di domande su mio padre. Premetto che è morto 60 anni fa, quando io ne avevo 10. Ho saputo, solo quando sono diventata grande, che aveva avuto problemi con la giustizia e che era stato in carcere. Ho di lui il ricordo di una bambina innamorata del proprio papà e da lui adorata”.
“Una di quelle notizie che quando ti passano per le mani, fai fatica a credere – ha attaccato Ismaele La Vardera vicepresidente della commissione antimafia all’Ars e presidente di Sud chiama nord -. Dopo attente verifiche però, non posso non condividerla: ho scoperto che l’assessore regionale alla Famiglia, Nuccia Albano, è la figlia di un condannato per associazione mafiosa di Borgetto, Domenico Albano. Ma la cosa più grave è che la Albano è stata indicata da Totò Cuffaro a sua volta anche lui condannato per mafia. Non credo che le colpe dei padri debbano cadere sui figli e sono consapevole che Nuccia Albano ha una storia e una carriera importante. Lei infatti è stata la prima donna medico legale e, addirittura, è stata tra coloro i quali hanno svolto l’autopsia sul corpo di Giovanni Falcone e di Libero Grassi. Mi chiedo però, se è normale che questa vicenda sia stata sempre nascosta? È normale che l’assessore Albano avendo quel padre così scomodo non ne abbia mai preso le distanze in pubblico, per rivendicarne una netta contrapposizione? Il silenzio in questa faccende è pericoloso. Se lei fosse stata nominata da qualsiasi altro partito – ha aggiunto La Vardera – forse questa mia denuncia avrebbe un peso diverso. I dubbi sorgono perché a sponsorizzarne la nomina all’interno della giunta Schifani sia stato proprio il partito di Cuffaro. Cuffaro sa che l’Albano è figlia di un boss? Renato Schifani sa che un suo assessore è la figlia di un boss? Non mi resta che chiedere all’onorevole Nuccia Albano di chiarire quanto prima e a prendere le distanze dalla mafia e soprattutto da suo padre. Ma non è tutto perché il mio invito va anche al presidente della Regione, Renato Schifani che deve dire a tutti i cittadini siciliani cosa pensa di questa storia, dai contorni assai opachi”.