Caltanissetta

Caro bollette: imprese nissene nel mezzo di una nuova bufera

CALTANISSETTA – Da 3.000 a 14.000 euro; da 30.000 a 108.000 euro: sono soltanto alcuni degli impressionanti aumenti che hanno subito le bollette per l’energia elettrica per le aziende della provincia. Un percorso che interessa anche l’uso civile, con aumenti che vanno da 70 a 200 euro o da 300 a 1.000 euro. Un quadro preoccupante, con numerose attività che hanno già annunciato l’intenzione di chiudere per l’impossibilità di sostenere le spese di gestione.

A lanciare l’allarme è stata anche Siciliacque, gestore del servizio idrico di sovrambito sul territorio regionale, che ad agosto si è vista recapitare un conto di oltre 4,7 milioni di euro. Una cifra pari al fatturato mensile della società, che dal primo settembre è stata costretta a passare al mercato di salvaguardia per continuare a garantire un servizio pubblico essenziale come la captazione dell’acqua dalle grandi infrastrutture (acquedotti, dighe, invasi, potabilizzatori) e il successivo trasporto fino ai serbatoi comunali, che servono 1,6 milioni di siciliani. Il passaggio al mercato di salvaguardia non sarà indolore: Siciliacque dovrà infatti sborsare 90.000 euro in più al mese.

La bolletta di agosto, con un’ulteriore impennata rispetto a luglio (quando l’energia è arrivata a 3,9 milioni), è più che quintuplicata rispetto alla media del 2021: circa 900.000 euro al mese. A settembre la previsione è di 4,2 milioni, mentre nell’intero arco del 2022 si stimano 17 milioni di maggiori costi rispetto allo scorso anno.

Il presidente della Cna nissena, Giovanni Manduca e il segretario, Pasquale Maria Gallina hanno dato il via all’organizzazione di assemblee cittadine in tutti i 22 comuni della provincia, coinvolgendo Amministrazioni locali, datoriali, cittadini e imprese dell’intero territorio. Un assaggio della grande manifestazione già in programma a Palermo per il prossimo 7 novembre.

Intanto, la Giunta municipale di Gela ha approvato un atto di indirizzo per chiedere alla Regione che venga applicato a Gela il “modello Basilicata”. In pratica si vuole che vengano riconosciute a favore della comunità locale adeguate misure compensative e di mitigazione ambientale, in relazione all’intervento “Argo Cassiopea” proposto da Eni Spa. Misure per attenuare a livello comunale gli effetti negativi della crisi energetica e sostenere il reddito e l’occupazione nel contesto territoriale, la erogazione gratuita mediante rimborso della componente energia del prezzo del gas fornito per le utenze domestiche dei cittadini residenti nel comune di Gela relative alla prima casa e per quelle delle piccole imprese e negozi di vicinato con volumi di affari non superiori a 100.000 euro, aventi sede nel territorio di Gela.

Il sindaco di Gela ha scritto al presidente del Consiglio Giorgia Meloni e al presidente della Regione Renato Schifani, avvertendo: “Non ponendo adeguati argini all’improvviso rialzo dei costi dell’energia, intere famiglie saranno ridotte sul lastrico, con la chiusura di esercizi commerciali e il blocco delle attività produttive”.