Palermo è la città dopo Firenze con il maggior rincaro dei prezzi per le strutture ricettive. Non si arresta l’ondata dei rincari nel settore del turismo, con prezzi e tariffe che continuano a salire a ritmo vertiginoso rendendo sempre più costo organizzare le vacanze estive. Lo denuncia il Codacons, che snocciola oggi i numeri sugli aumenti che stanno interessando il comparto dei viaggi.
La prima nota dolente riguarda il comparto dei servizi legati ai trasporti – analizza l’associazione – Un biglietto aereo per un volo nazionale costa oggi il 43,9% in più rispetto allo scorso anno, +42,6% se si sceglie una destinazione europea, +36,8% una meta internazionale. Il trasporto ferroviario rincara del 3,8% mentre benzina e gasolio hanno ripreso la corsa al rialzo.
Si passa poi agli alloggi, settore dove le tariffe salgono in media del 13,6% su base annua, con forti differenze sul territorio. Lo studio del Codacons attesta infatti come siano le città d’arte e le località balneari quelle che fanno segnare veri e propri rincari record. In testa alla classifica del caro-alberghi si piazza Firenze, dove i listini di hotel, B&B, e strutture ricettive in genere salgono del +53% rispetto allo scorso anno. Al secondo posto Palermo (+35,9%), al terzo Milano (+27,7%). Seguono Olbia con +27,2%, Venezia (+25,5%), Roma (+20,9%) e la provincia di Ravenna (+20%).
Sul fronte dei pacchetti vacanza, il rincaro medio è del +19,2%, ma si spende di più anche per mangiare in bar e ristoranti, con il comparto della ristorazione che ha applicato aumenti medi del +6,7%, e punte del +15,3% a Viterbo, +12,3% a Brindisi, +11,5% a Cosenza.
Si passa poi ai beni alimentari tipici del periodo estivo, e anche qui i numeri dimostrano come gli italiani questa estate dovranno mettere mano al portafogli per bere e mangiare: i gelati rincarano infatti del 21,8%, gli aperitivi alcolici del +10%, la birra del +13,9%, mentre per una bevanda gassata si spende in media il 20,7% in più rispetto allo scorso anno, +16,7% i succhi di frutta. Una cena in casa a base di pesce costa mediamente l’8,2% in più, con punte del +15,6% se si ricorre al pesce surgelato. Non si salva dai rincari nemmeno l’insalata, i cui prezzi salgono del 10,9%, e se si vogliono aggiungere i pomodori, la spesa rispetto allo scorso anno aumenta addirittura del 18,2% – conclude il Codacons.
CLASSIFICA RINCARI STRUTTURE RICETTIVE (aumenti % annui)
Firenze 53
Palermo 35,9
Milano 27,7
Olbia-Tempio 27,2
Venezia 25,5
Roma 20,9
Ravenna 20
Caserta 19,4
Treviso 17,9
Pisa 17,8
Padova 17,3
Lecco 16,9
Bergamo 16,5
Como 16,1
Verona 16,1
Bologna 16
Campobasso 15,9
Brindisi 15,9
Brescia 15,7
Catania 15,1
Napoli 14,9
Pordenone 14,1
Udine 14
Reggio Calabria 13,8
Ferrara 13,6
Genova 13,3
Teramo 13,1
Forlì-Cesena 13
Terni 12,3
Trieste 12,2
Varese 12,1
Arezzo 12
Gorizia 11,8
Modena 11,8
Cagliari 11,8
Novara 11,5
Perugia 11,4
Livorno 11,2
Sassari 11,1
Bolzano 11
Imperia 10,4
Cremona 9,7
Piacenza 9,6
Trento 9,2
Catanzaro 9,1
Belluno 9
Aosta 8,8
Lodi 8,3
Siracusa 8,2
Ascoli Piceno 7,8
Alessandria 7,6
Rovigo 7,6
Bari 7,6
Messina 7,4
Potenza 7,3
Benevento 7,2
Vicenza 7
Lucca 6,2
Pavia 6
Pistoia 5,9
Reggio Emilia 5,5
Grosseto 4,9
Cuneo 4,7
Mantova 4,5
Pescara 4,5
Biella 3,7
Ancona 2,9
Parma 2,7
Massa-Carrara 2,7
Vercelli 2,4
Siena 1,7
Avellino 1,6
Cosenza 1,4
Macerata 0,5
Viterbo -3,1
Trapani -4,4
Rimini -7,7
Caltanissetta -8,9
Torino -13,8