Fatti

“Caro voli, la Regione sbaglia: usi il modello Baleari”

Il Governo della Regione non sta adoperando la giusta strategia per contrastare il caro voli in Sicilia “che così come ne stanno parlando, non esiste”. Parola di Giovanni Scalia dimissionario amministratore delegato della Gesap, società di gestione dello scalo palermitano di Punta Raisi, che il 10 marzo riunisce i suoi soci per scegliere i nuovi vertici.

Scalia cita uno studio dell’Università di Bergamo che annualmente monitora i prezzi delle tratte maggiormente trafficate nei cieli italiani. E tra le prime venti, tredici sono collegamenti che riguardano gli scali siciliani. “In un anno intero di osservazioni”, dice lo studio dell’Università di Bergamo, “sulle rotte con un maggiore numero di posti disponibili per l’utenza le tariffe dei vettori low cost sono sensibilmente più basse di Alitalia (anno 2021)”.

Caro voli, Scalia: “Governo dovrebbe abbattere costi del 70%”

Il Roma-Catania prenotato di Ryanair sette giorni prima costa 68 euro contro i 172 di Alitalia. Per un Palermo-Roma con Alitalia servono 181 euro e 99 con la low cost irlandese (sempre con una prenotazione sette giorni prima). Ovviamente i prezzi aumentano man mano che l’acquisto si avvicina alla data di partenza e diminuiscono allontanandosi. Per raggiungere Roma da Palermo il prezzo medio più alto nel caso di acquisto sette giorni prima è di 228 euro con un biglietto venduto da Klm, 99 con la Ryanair. Un Roma-Catania oscilla tra i 172 di Alitalia e 59 di Wizzair.

“Piuttosto che inserire una nuova compagnia che potrebbe incidere fino ad un certo punto sui prezzi degli altri vettori”, aggiunge Scalia commentando l’operazione condotta dal Governo regionale, “sarebbe necessario seguire il modello delle Baleari”.

Scalia: “Ecco perché dovremmo imitare le Baleari”

Il ragionamento è semplice: “in Sicilia, proprio per la sua condizione di insularità, siamo costretti a prendere l’aereo per muoverci verso l’Italia o l’Europa”, spiega, “allora sarebbe necessario che il Governo intervenisse abbattendo del 70% i prezzi dei biglietti per i residenti siciliani che si muovono da e verso l’Isola. Come accade per gli aeroporti delle Isole Baleari della Spagna, in mezzo al Mediterraneo e lontane dalla terra ferma”.

Non sarebbe aiuto di stato perché destinato non a una compagnia ma a tutte quelle che viaggiano per una determinata destinazione e destinato solo ai residenti in quel luogo. “Lo studio”, conclude Scalia, “dimostra che il costo dei voli in 10 anni è diminuito a Palermo quando siamo passati da 45 rotte servite a 107 da quando sono entrate le low cost nel mercato. Se si prenota il giorno prima di Natale o Ferragosto è ovvio che si trova un prezzo alto”.

A febbraio passeggeri in crescita a Palermo

Intanto anche a febbraio sono cresciuti i passeggeri dallo scalo di Palermo. A fronte di una piccola contrazione dei voli (-8,09%), si registra il buon andamento della media di passeggeri per volo (140). I passeggeri che hanno volato dallo scalo aereo palermitano sono stati 395.342 (il miglior risultato di sempre), +13,04% rispetto a febbraio 2022 (349.749). Nel periodo gennaio-febbraio il totale dei passeggeri transitati è di 813.436 (+24,2% rispetto ai primi due mesi del 2022: 654.649).

I voli, invece, hanno avuto la flessione del 7% (5.897 contro 6.345 dei primi due mesi del 2022). Costante la percentuale del traffico internazionale, che incide per il 19% sul totale. Lo scalo di Palermo è stato interessato nel corso di questi anni da alcuni lavori che lo rilanciano anche nel futuro e scongiurando possibilità di saturazioni come il rifacimento delle piste (prossimi lavori tra 40 anni), il rifacimento della hall arrivi e la costruzione della palazzina degli uffici che ha liberato spazi commerciali nella aerostazione, la creazione di un impianto di videosorverglianza e un sistema fotovoltaico per abbattere la produzione di CO2.

A breve, inoltre, sarà inaugurata area extra Schengen, la nuova area per persone con ridotta mobilità; fra aprile e giugno saranno terminati i lavori su tutta la facciata (aumento del 40% della superficie) e a giugno apriranno i ristoranti con multinazionali e eccellenze locali. “Con questi investimenti non si può certamente parlare di rischio di saturazione dello scalo di Palermo”, conclude Scalia, rispondendo a quanti avanzano l’ipotesi di una fusione con l’aeroporto di Trapani per evitare problemi nell’aeroporto di Palermo dovuti all’aumento di traffico e passeggeri.