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Carolina Varchi a gamba tesa sulla maternità surrogata: “Cinica e inaccettabile”

“Il tema della maternità surrogata riguarda, insieme alle tutele per i minori, la libertà e la dignità delle donne. Per questo sono orgogliosa di essere la prima firmataria della legge che rende punibile questa condotta anche se commessa fuori dai confini italiani. Dopo il via libera della Camera, sono certa diventerà legge grazie all’approvazione del Senato”.

Lo dichiara Carolina Varchi, deputata di Fratelli d’Italia, a margine della presentazione alla Camera dei deputati del volume “Maternità surrogata”, un evento voluto dall’Aiga, l’associazione italiana dei giovani avvocati.

Varchi, “Utero in affitto pratica disumanizzante”

“L’importanza di questo volume – aggiunge Varchi – risiede proprio nell’approccio professionale e scientifico. E dimostra però come nel nostro ordinamento le leggi non siano solo norme fredde e automatiche, ma parlino anche alla nostra coscienza. Quella dell’utero in affitto è una pratica disumanizzante che non può essere accettata in un Paese civile, come ha affermato, del resto, anche la Corte costituzionale. E non è accettabile che queste condotte producano ‘di fatto’ i loro effetti sul territorio italiano, attraverso l’escamotage dello svolgimento di questa pratica definita ‘degradante’ dalla Suprema corte, in un Paese estero nella quale è permessa”. “Non ritengo che nel nostro ordinamento vi siano vuoti di tutela e nessun bambino viene discriminato o, peggio, lasciato privo di tutela – spiega ancora la deputata di FdI, Carolina Varchi -. Per chi non avesse ancora chiaro di cosa stiamo parlando, ci riferiamo a una pratica attraverso la quale una madre viene pagata per portare in grembo il figlio voluto da un’altra coppia e che a quella coppia verrà consegnato, dopo il parto. Sono evidenti, qui, le ripercussioni a vari livelli, a cominciare dal fatto che queste condotte non fanno altro che favorire un orrendo mercato che vede protagoniste a volte donne in condizioni di vulnerabilità o che hanno come unico interesse, magari per necessità, quello del compenso. Viene svilito, così, l’atto stesso della procreazione, trasformandolo in una specie di industria per la produzione di bambini, buoni per soddisfare, ben prima dell’interesse degli stessi nascituri, i desiderata di queste coppie”.

“Siamo ben al di sotto dei limiti minimi di civiltà e di tutela per le donne. Per questo bisogna andare avanti con l’approvazione definitiva della legge che estende la punibilità anche per chi decide di compiere all’estero un atto che in Italia è già un reato gravissimo”, conclude Varchi.

Foto d’archivio