Consumo

Carrello della spesa sempre più sostenibile

CATANIA – Un divario sempre più dilatato tra Nord e Sud, italiani più poveri ed impauriti ma con una crescente coscienza green che apre la strada ad un maggiore rispetto verso l’ambiente. Inoltre, meno tempo in cucina e al supermercato, rispetto al passato, si acquistano più proteine, insieme a frutta e verdure ricche di fibre. Questi sono alcuni dei profondi cambiamenti che emergono dal “Rapporto Coop 2019 – Consumi e stili di vita degli italiani”.

L’indagine pone subito l’accento sulla stagnazione del livello dei redditi, specificando che nel 2018 dopo 5 anni di aumenti seppur moderati si è assistito a un dietrofront della spesa delle famiglie, pari al -0,9%, con ampi divari territoriali, nel dettaglio è di diecimila euro la forbice tra Nord Ovest e Sud.

“Le difficoltà economiche della famiglie sono chiare – ha spiegato Albino Russo, direttore dell’Ufficio studi Coop – soprattutto se si prende in considerazione la classe media, che si è ridotta in 10 anni 6 milioni di persone e che oggi vede di molto deteriorarsi le proprie condizioni di vita: basti pensare che un persona su due di quanti si dichiarano appartenere alla classe media non arrivano alla fine del mese”.

La “nuova” classe media va a fare la spesa in utilitaria al discount, è alla ricerca di offerte scontate e viaggi last minute online e sogna una casa ecosostenibile: come dimostra il rapporto, infatti, un italiano su due desidera una casa eco-friendly, un modo forse per risparmiare sulle bollette per acqua, luce e gas.

Sostenibilità anche in materia di alimentazione: veloce, proteico, sostenibile e preferibilmente Made in Italy sono i nuovi trend del cibo: più di sette italiani sono rassicurati dall’origine 100% italiana e i prodotti nostrani crescono del +4,8% in un anno. In più il 68% dei consumatori è favorevole a far pagare un supplemento per i prodotti in plastica monouso così da disincentivarne l’acquisto.

Capitolo lavoro: stando all’analisi di Coop, malgrado gli italiani lavorino molto di più, in media 360 ore l’anno, rispetto, ad esempio, ai tedeschi, essi ricevono una retribuzione decisamente inferiore, circa il 30% in meno. Questo avviene a causa del minore valore aggiunto prodotto, inferiore di circa un terzo rispetto a quello tedesco. “Il nostro è un lavoro “povero” e come tale porta con sé insoddisfazione, che si somma all’insicurezza sociale.” – ha sottolineato Russo. Troppo lavoro, infatti, penalizza la vita personale e per questo motivo quasi un terzo degli italiani si dice insoddisfatto della propria vita lavorativa e personale guardando con particolare curiosità allo smart working.

Con i consumi in stagnazione il presidente di Ancc-Coop, Luca Bernareggi, chiede al governo di evitare il ricorso alle clausole di salvaguardia che provocherebbe ulteriori contraccolpi negativi e auspica una nuova politica sul lavoro che affianchi al reddito di cittadinanza la riduzione del cuneo fiscale.

In tema di sicurezza, nonostante un continuo calo dei reati, solo una persona su cinque dichiara di sentirsi tranquillo nella propria abitazione. La forte pressione mediatica e il ricorrente dibattito sull’immigrazione hanno contribuito a determinare una crescente attenzione alla difesa personale: solo nel 2018 le licenze per porto d’armi fanno registrare un +13,8.

Infine, spicca la contrapposizione tra due generazioni: quella dei “perennials”, vale a dire gli over 40 che combattono l’avanzare degli anni mantenendosi in forma e addirittura risultano essere più green dei loro figli “millenials”, e quella che si ispira alla giovane attivista Greta Thunberg: stile di vita sostenibile per il proprio futuro e green a partire dall’abbigliamento, naturale o sostenibile come il carrello della spesa che deve essere il più possibile plastic free, questo il loro mantra.