“Non esiste ragione che tenga per giustificare tentativi di sopraffazione della libertà di pensiero, tantomeno per spiegare qualsiasi forma di violenza verbale”. Così Vera Carasi, segretaria generale della UST Cisl Ragusa Siracusa, e Luisella Lionti, segretaria organizzativa della Uil Sicilia hanno commentato le notizie dell’aggressione denunciata dalla Cgil siracusana a seguito dell’inaugurazione del villaggio destinato ai lavoratori stagionali in contrada Palazzo a Cassibile.
Nella giornata di apertura del campo, avvenuta lo scorso 29 aprile, a pochi metri dall’ingresso del villaggio, ci sono stati alcuni momenti di tensione tra residenti e alcuni esponenti del sindacato, nati per gli slogan contenuti negli striscioni esibiti dal comitato “#novillaggio”. Sarebbero volate alcune parole di troppo ma l’intervento delle forze dell’ordine ha cessato le ostilità, con l’allontanamento della delegazione della Cgil.
“Ben vengano le iniziative realizzate per assicurare dignità ai migranti – aggiungono Vera Carasi e Luisella Lionti – ma perché vi sia vera inclusione, auspichiamo intese concertate che nascano, come giusto che sia per una convivenza civile, dall’ascolto di tutte le ragioni. Come Cisl e Uil ci impegniamo a favorire ogni attività volta a continuare il dialogo”.
Oggi è arrivata la risposta da parte del portavoce del comitato dei cittadini “#NoVillaggio”, Paolo Romano.
“I cittadini di Cassibile Fontane Bianche, regolarmente autorizzati a manifestare, erano presenti con manifesti di carta, bandiera tricolore e quella della città di Cassibile Fontane Bianche.
L’organizzazione che ci accusa invece – prosegue Romano – non solo non era stata inviata all’inaugurazione, ma non era nemmeno autorizzata a manifestare, tant’è che le stesse forze dell’ordine, in seguito alle palesi provocazioni rivolte ai protestanti, hanno deciso di allontanarli. Ciò detto – conclude Paolo Romano -, puntare il dito verso cittadini indifesi e lasciati all’abbandono, non è degno di una organizzazione sindacale dal prestigio storico e istituzionale come la Cgil, ma piuttosto il tentativo becero di spostare l’attenzione e le accuse su argomenti che non centrano con i fatti”.