È servito meno di un mese per aggiudicare la gara d’appalto per la trasformazione dell’ex ospedale Santo Bambino di Catania in residenze universitarie. L’iter di apertura delle buste si è svolto nelle ultime quattro settimane e si è concluso nei giorni scorsi nei locali della Centrale unica di committenza Trinakria Sud, a Comiso, a cui l’Ente regionale per il diritto allo studio universitario (Ersu) di Catania si è rivolto. Una scelta determinata dall’importo in ballo – oltre otto milioni di euro – e dalla conseguente necessità di rivolgersi, così come richiesto dall’attuale codice dei contratti, a una stazione appaltante qualificata.
Stando a quanto appreso e poi verificato dal Quotidiano di Sicilia, la proposta di aggiudicazione dei lavori è andata all’associazione temporanea d’imprese formata dall’impresa Euroinfrastrutture di Santa Venerina, dal consorzio stabile Aziende innovative costruzioni (Aico) di Roma e dalla Fratelli Mammana, società consorziata a quest’ultimo e avente sede a Tusa, nel Messinese.
La procedura di gara, che prevedeva sia lo sviluppo della progettazione esecutiva che la realizzazione delle opere, è stata aggiudicata con il criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa: nello specifico, il ribasso economico sulla base d’asta di circa 6,2 milioni di euro – a cui vanno aggiunti circa 1,3 tra oneri di sicurezza e costo della manodopera – ha inciso per il dieci per cento del punteggio finale, mentre il resto è dipeso dalla valutazione delle migliorie proposte al progetto preliminare. L’offerta vincente ha ottenuto 93,24 punti su un massimo di cento.
I prossimi passaggi riguarderanno le verifiche in materia di Antimafia e successivamente si arriverà alla sottoscrizione del contratto, salvo chiaramente eventuali ricorsi alla giustizia amministrativa da parte di altri concorrenti. Il cronoprogramma prevede che l’aggiudicatario consegni all’Ersu il progetto esecutivo entro cinque mesi dall’affidamento del servizio, mentre i termini per avviare e concludere le opere di demolizione dell’ex nososcomio e costruzione della residenza destinata agli studenti universitari dovrebbero concludersi nell’arco di 845 giorni, dunque poco meno di due anni e quattro mesi.
L’idea di puntare sulla rifunzionalizzazione di immobili un tempo destinati alla sanità, per cercare di soddisfare la richiesta di posti letto che da anni si registra a Catania. Un fenomeno che, se si considera l’aumento del costo degli affitti in immobili privati, rischia di limitare l’accesso allo studio universitario per quanti scelgono l’ateneo etneo e vivono in centri lontani dal capoluogo, compresi i tanti che arrivano da fuori provincia.
Nella primavera del 2022 era stato l’allora governo Musumeci a impegnarsi affinché i locali dell’ex Santo Bambino venissero ceduti in comodato d’uso all’Ersu dal Policlinico di Catania. Una condizione, quella del possesso degli immobili, fondamentale per ottenere i finanziamenti dallo Stato.
Nel caso di riconversione della struttura le risorse che complessivamente saranno investiti 12,1 milioni di euro. Di questi poco meno di nove milioni sono stati concessi, con un decreto di fine 2023, dal ministero nell’ambito di un avviso in materia di confinanziamento di interventi di manutenzione straordinaria, recupero, ristrutturazione edilizia e urbanistica; mentre la restante parte – poco più di tre milioni di euro – è stata attinta dal bilancio dell’Ersu. Numeri che indicano chiaramente come il finanziamento statale rappresentasse una condizione imprescindibile per portare a compimento l’opera. “L’aggiudicazione e la successiva stipulazione del contratto saranno subordinate al finanziamento consesso dal Miur, in mancanza del quale questa stazione appaltante delegata potrà procedere alla revoca”, ha tenuto a specificare nel disciplinare di gara la Cuc Trinakria Sud di Comiso.
Il rischio di una perdita del finanziamento, tuttavia, pare essere stato evitato: stando a quanto appreso da fonti dell’Ersu, al fine di mettere al sicuro le erogazioni dei fondi da Roma, era necessario arrivare all’aggiudicazione della gara d’appalto entro la fine di ottobre. Un obiettivo che, con il completamento delle operazioni di valutazione delle offerte, non dovrebbe essere un problema raggiungere.
In vista del futuro avvio del cantiere, un dato che può essere utile sottolineare riguarda le prescrizioni che l’Ersu ha dato in materia di subappalti. Gli aggiudicatari dovranno eseguire in proprio almeno il 70 per cento delle lavorazioni di categoria Og1 (edifici civili e industriali), mentre potranno essere totalmente cedute a terze le opere che rientrano nelle categorie Og9 (impianti per la produzione di energia elettrica) e Og11 (impianti tecnologici).