Qualche settimana fa abbiamo sentito lo sfogo della famiglia Di Mauro, famiglia proprietaria dello storico Bar Spinella di via Etnea, a Catania. Volevano fermarsi, non ce la facevano più a sostenere i rincari. Per due mesi consecutivi il bar ha ricevuto bollette della luce spropositate. A luglio e agosto il costo sostenuto è stato di 45 mila euro, il triplo rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.
La bolletta con i consumi di settembre arriverà tra qualche giorno e la preoccupazione aumenta: “Dovevo chiudere il 30 settembre – racconta Antonio Di Mauro a qds.it – così come mio fratello ha detto su rete 4 – ma gli impiegati ci hanno chiesto di attendere, ho deciso di cooperare con altri esercenti. L’unione fa la forza, mi sono detto. Ma se non si risolve niente nel giro di 15 giorni io mi fermo, non mi vado a dissanguare. Gli impiegati andranno in disoccupazione o in cassa integrazione“.
Una situazione resa ancora più drammatica per il Bar Spinella e per tutti coloro che svolgono attività come la sua, è il fatto che si sta chiudendo la stagione del turismo: “Andiamo verso l’inverno e turisti non ce n’è più. Adesso – spiega il commerciante – avremo ancora più problemi perché attività come le nostre devono tenere per tutto l’anno frigoriferi e abbattitori accesi. L’unica cosa su cui potremo risparmiare è l’aria condizionata ma tra qualche mese arriverà il freddo e dovremo accendere le pompe di calore”.
“Quanto possiamo durare con questo andazzo? – si chiede Di Mauro -. Le piccole attività già muoiono, quelle più grosse, anche avendo un po’ di capitale alle spalle per sopperire, si dissangueranno. E’ un’agonia”.
Il bar Spinella, situato di fronte Villa Bellini, è un bar storico che esiste dal 1936 e che ha all’attivo ben 32 dipendenti. Insieme al vicino Bar Savia, rappresenta un pezzo di storia della città di Catania. I titolari del noto locale però non hanno dubbi: “Non è possibile andare avanti così”. Anche perché si può sopperire all’aumento delle materie prime – come pomodoro, pasta, riso, latte – aumentando semplicemente i prezzi del prodotto finito. Ma davanti a rincari del 300% sui costi delle forniture elettriche non c’è soluzione: “Il costo dell’energia non lo potrai recuperare mai – conferma il titolare del Bar -. Quanto dovrei vendere i miei prodotti per recuperare i costi delle bollette? Non è che posso vendere un cannolo a 10 euro, un arancino a 7 euro o la cassatina a 10 euro? E’ un food veloce, quanto puoi aumentare per sopperire anche alla spesa della luce”?
Antonio Di Mauro non ha mezzi termini: “Dobbiamo chiudere subito. Se un corridore si taglia una gamba sarebbe stupido se continuasse a correre, perché più pulsazioni dà più sangue esce. Allora è meglio che si fermi per cercare di guarire e poi eventualmente ripartire. Serve dunque un lockdown energetico – spiega – fermandosi tutti per almeno 20 giorni, un mese. In modo tale che chi sta speculando capisca che non c’è più domanda di energia e di gas e dovrà scendere i prezzi”.
“Ci sono le confederazioni, tipo Confcommercio, che potrebbero portare avanti l’iniziativa – continua – ma la cosa dovrebbe partire principalmente da noi. Se non ci mettiamo d’accordo nel dire ‘domani si ferma tutto’, chi specula farà sempre quello che vuole”.
Ma è un problema solo dei commercianti e degli imprenditori? Secondo Di Mauro è una crisi globale: “Le bollette colpiscono pure le famiglie, più avanti si va nel tempo e sempre meno persone spenderanno. In piazza dovremmo scendere tutti e non solo i commercianti. Questa gente – prosegue – a breve non avrà la testa di andare a mangiare qualcosa da Savia o da Spinella. Il problema quindi non è rimanere aperti o meno, il problema è che mancherà anche l’utenza finale, che è quella che ti porta i soldi”.
“Io mi sono mangiato una parte dei miei utili ma anche del capitale. Non andiamo in perdita, siamo rovinati – conclude amareggiato il titolare del Bar Spinella Antonio Di Mauro – Aspettiamo che il Governo si decida a fare qualcosa”.