Politica

Catania, Bonaccorsi: “Con i Comuni io ho chiuso…”

L’inutile macchina del fango è finita…“. Lo dice il sindaco pro tempore Roberto Bonaccorsi che entro alcune settimane finirà il suo lungo mandato quale sostituto del sindaco sospeso Salvo Pogliese che si è dimesso due giorni fa. Lo abbiamo incontrato per fare con lui un bilancio.

Allora lei è soddisfatto del lavoro fin qui portato avanti e come ritiene in una parola la sua esperienza: molto difficile?

Soddisfatto lo sono per il lavoro ultimato. Sull’esperienza, più che difficile la definirei assorbente e totalizzante. Il bilancio, checchè ne dicano i fautori della macchina del fango, è molto positivo e si misura con gli atti amministrativi programmati che sono stati tutti portati a termine. Siamo soltanto un po’ in ritardo col bilancio di previsione 2020-22 fermo solo perché dobbiamo definire i fondi per la Tari, il cui aumento è stato al momento rinviato dal Consiglio comunale altrimenti avremmo già adempiuto. Anche il consuntivo 2020-21 è in leggero ritardo perché manca qualche dettaglio“.

Allora lei ritiene di lasciare una città dal punto di vista degli atti finanziari perfettamente in regola?

Assolutamente sì. Inoltre quello che abbiamo ottenuto in fatto di fondi del Pnrr ci riempie di orgoglio. Siamo stati anche Comune capofila per altri piccoli centri che non avevano capacità ed organizzazione per presentare i progetti”.

Col Pnrr che ammontare di fondi arriverà a Catania?

“La quantità è talmente consistente che non è facile tracciare un bilancio definitivo. Con i progetti attraverso la città Metropolitana, ma di competenza nostra, arriveranno 50 milioni. I nostri progetti, invece, superano i 200 milioni”.

Le opere più importanti che saranno realizzate?

Chessò, tutti i progetti di risanamento che saranno fatti nel centro storico e a Librino. Qualche settimana fa ne abbiamo portato a termine alcuni di competenza dell’assessore Sergio Parisi che ha fatto un lavoro eccezionale nell’ultimo anno e mezzo. Quindi la città, a parte le polemiche e la speculazione strumentale e aggressiva a livello di sciacallaggio, è andata avanti”.

Lei si riferisce alle tante notizie anche sul continuo e lungo rimpallo di responsabilità sul dissesto che una parte della sinistra vicina in particolare all’ex sindaco Enzo Bianco continua ad addebitare soprattutto a lei?

Guardi, c’è un dato sul quale mi voglio soffermare. A pochi chilometri da Catania, a Reggio Calabria c’è un sindaco sospeso del Pd e nessuno si permette di attaccarlo ed utilizzare aggettivi fuor di luogo e lo stesso livore che si registra a Catania. È o no strano tutto questo? In fondo noi abbiamo rispettato le norme che prevedono per un sindaco sospeso il subentro del vicesindaco in attesa che si concluda la durata della sospensione. In nessun altro Comune si è dimesso un sindaco sospeso. Quindi questa speculazione e questa aggressività è tipica di una parte della città che vive la politica con un livore e con un pregiudizio innato a dir poco fuor di luogo. Ora io non ci sto a questi pregiudizi e a questo mondo in cui c’è una doppia morale in funzione di chi governa”.

E infatti lei si è detto pronto a un confronto pubblico con chi la attacca e con chi, secondo lei, manovra i fili di questo attacco… Lei parla nella sua nota, che suona di sfida, di documenti inediti in suo possesso…Di cosa si tratta?

Nel fare una rivisitazione dei conti degli ultimi cinque anni precedenti alla nostra consiliatura sono entrato in possesso di documenti che attestano passo dopo passo il disastro che è avvenuto. E che non è avvenuto per virtù dello Spirito Santo… Un disastro, certificato dalla Corte dei conti, che ci ha obbligato a adottare misure correttive per 449 milioni di euro a causa di adempimenti che non erano stati fatti negli anni precedenti”.

Certo, però adesso siamo davanti a un nuovo salasso per la Tari. Un 18% di aumento quando il sindaco Pogliese aveva promesso diversi anni fa una diminuzione della tassa. Insomma si procede sempre e solo prelevando soldi dalle tasche dei cittadini…

L’ho detto più volte. Indipendentemente dalle responsabilità di Regione e Srr bisogna rimette insieme alcuni punti. Noi dobbiamo approvare il Piano economico e finanziario e la sommatoria dei costi anche della Tari deve essere coperta interamente dai cittadini. Prima si deve stabilire quanto costa il servizio e poi trovare le coperture per pagarlo. In fondo il meccanismo è semplice: noi abbiamo due fornitori, la discarica e l’azienda che svolge la raccolta. Ora l costo di raccolta è fissato dalla gara d’appalto, quello della discarica no. Proprio gli amministratori della discarica ci hanno “girato” i costi aggiuntivi per i servizi energetici dovuti alla guerra. Ora il nostro fornitore è soggetto ad amministrazione giudiziaria. Quindi io non ho nessun dubbio che tutti i costi siano oggetto di massima trasparenza. Alla fine non abbiamo potuto fare altro che prenderne atto e aggiornare la tariffa per i cittadini. Con la differenza che prima questi costi aggiuntivi, pari a 26 milioni sarebbero ricaduti interamente sui cittadini, adesso li abbiamo ridotti di 5 milioni, frutto di attività di recupero dell’evasione e di altri 5 milioni per effetto della differenziata che quando ci siamo insediati era pari al 6,99%, mentre proprio sabato scorso ha raggiunto il 30%”.

Lei dimentica di dire, però, che presto arriveranno per i cittadini anche i costi per lo smaltimento del surplus di indifferenziata che dovrà essere trasportata fuori Sicilia…

Su questo punto bisogna essere chiari. In Italia ci sono in attività 37 termovalorizzatori, solo in Lombardia sono 13 e 8 in Emilia Romagna. Quindi qui in Sicilia c’è chi strumentalizza. Mi chiedo se in queste citta economicamente più avanzate ci sono i termovalorizzatori, perché da noi in Sicilia non ci devono essere? Ora o capiamo che abbiamo bisogno di una raccolta industriale come avviene in mezzo mondo oppure chi si oppone ai termovalorizzatori deve spiegare ai cittadini che questi 26 milioni aggiuntivi sono frutto anche di questa miopia”.

Senta cosa pensa delle dimissioni di Pogliese?

Devo dire una cosa. Io sapevo già da tempo, prima della crisi del governo Draghi, che il sindaco si sarebbe dimesso intorno al 15 luglio. La data orientativa era stata fissata concordemente per concludere prima alcuni atti amministrativi importanti. Non vedo quindi alcuna decisione personalistica e conveniente in Pogliese. Non si dimesso solo perché intendeva candidarsi per il Parlamento. Lui aveva già deciso di dimettersi e lo aveva comunicato a me”.

Quindi lei ritiene che gli attacchi di adesso siano fuor di luogo?

Mi faccia capire…Se in passato un sindaco si dimette per andare a fare il ministro nessuno deve dire qualcosa e adesso apriti cielo? Qual è la differenza?”.

Un’ultima cosa. Ci faccia una confessione. Lei intende continuare nella politica?

“Assolutamente no. Io con le esperienze amministrative nei Comuni ho chiuso. Tornerò a fare il mio lavoro di sempre. Se qualcuno avrà bisogno di un tecnico valuterò la proposta, ma, ribadisco, nei Comuni io ho già dato e basta più…“.